Raccolta Fondi Nella Scuola
Storie di nonprofit

Raccolta fondi nella scuola pubblica? Si può. Anche in tempi di Covid

Qualche giorno fa è arrivata all’ufficio del Festival del Fundraising questa bellissima testimonianza su una raccolta fondi nella scuola pubblica. Inutile negare che ha reso felice tutto il team! Ma vogliamo condividerla perchè sia da stimolo a tante altre realtà. Se c’è passione, coinvolgimento e impegno, si possono ottenere grandi risultati!

La lettera di Elena

Caro Valerio, cari amici del Festival,

mi avete fatto tanta compagnia in questi mesi, con le tante storie raccontate e gli interessanti spunti per fare sempre meglio il nostro lavoro, ma oggi vi racconto io una bella storia.

La festa della scuola salta a causa del Covid

Torino, aprile 2020 pieno lockdown, faccio mente locale e mi rendo conto che la festa della scuola che annualmente l’Istituto Comprensivo, in cui studiano due dei mie tre figli (la più grande è un’ex allieva), organizza annualmente a fine maggio non si sarebbe potuta svolgere.  Infatti è sempre stata uno splendido assembramento in uno dei giardini pubblici più belli di Torino, i Giardini Cavour.
E con l’impossibilità della festa anche la relativa raccolta fondi non si sarebbe potuta svolgere. In una sola giornata si raccolgono oltre 10.000 euro, che sommati a fondi raccolti da altre iniziative dei genitori: papà del calcetto, lotterie, ecc. arrivano a circa 25.000/anno.
Ci rifletto un po’ e decido, perchè penso ci possano essere i giusti presupposti, di mettermi al servizio della scuola per proporre e poi pianificare e seguire un’eventuale campagna di crowdfunding.

Attiviamo una raccolta fondi online

Chiamo la Dirigente, che ne è subito entusiasta, e mi coinvolge nel tavolo di lavoro di organizzazione della festa (perché stavano comunque pensando di trasferire l’evento dalla presenza all’online, ma si stavano proprio interrogando su come fare per i fondi che quest’anno non sarebbero stati raccolti), la mia telefonata è quindi giunta al momento opportuno.
Definiamo l’obiettivo di raccolta, che quest’anno puntava a 30.000 (!) per tanti bisogni legati alle famiglie in difficoltà, a nuove attrezzature informatiche, a nuovi laboratori, ecc.
Decidiamo di puntare alto e di fissare subito l’obiettivo ai 30.000 (che mi sembravano tantissimi!!!). Scrivo il progetto, le bozze di lettera per le famiglie e lo script per le telefonate ai grandi donatori, pianifico le azioni, mi confronto con i due maestri, che sarebbero stati l’anima dell’evento online, faccio fare la locandina a un papà grafico, apro la pagina instagram dell’Istituto e inizio a postare le prime immagini.
Lanciamo la campagna su retedeldono.
Faccio la prima donazione e mi ringrazio da sola!!

Iniziano ad arrivare le prime donazioni, si delinea il palinsesto della festa (un pomeriggio di interventi e di collage di lavori fatti dalle 55 classi dell’istituto, di mini video e interviste in diretta).
Il 7 giugno siamo on line sul canale Youtube della Scuola: 4 ore di diretta con due maestri speaker che lanciano i vari contenuti e man mano sollecitano le donazioni, la dirigente pronta a intervenire e a intervistare gli ospiti più importanti. Io a casa che fotografo la mia televisione e posto sui social in tempo reale volti, lavoretti, screenshot del monitor del pc con l’aggiornamento sulla raccolta.
Mia figlia Margherita è davanti al pc che mi aggiorna sulle donazioni e ringrazia in tempo reale i donatori.
Un pomeriggio che non dimenticheremo e 8.000 euro raccolti.

Dopo i primi risultati, decidiamo di continuare

Ma dovevamo continuare la nostra raccolta fondi per la scuola pubblica! Alcuni genitori si attivano. C’è chi produce marmellate e l’intero ricavato viene donato alla scuola, chi produce gelato e fa un’offerta speciale sulle vaschette con parte del ricavato alla scuola.
Le donazioni continuano, ma poi la scuola chiude, tutti in vacanze e la raccolta si ferma.
Su instagram continuo a postare foto, disegni, ma si muove poco.
Con la Dirigente allora decidiamo di inserire ancora una call sulla campagna nell’ultima lettera prima della pausa di agosto, che sta per mandare alle famiglie, nella quale rassicura che la scuola riaprirà in presenza e che sarà garantito il tempo pieno, che stanno facendo lavori di adeguamento delle aule, ecc.
Ricominciano ad arrivare alcune donazioni, siamo a quasi a 11.000 euro, ma soprattutto arriva una telefonata alla Preside.

Arriva una grande donazione

Una mamma dice che ne ha parlato con il marito, che sono felicissimi della scuola dei loro figli e che, avendone le possibilità, sono disponibili a donare anche 10, 20mila… insomma, ciò di cui c’è bisogno.
La preside ringrazia e dice che l’avrebbe richiamata per darle maggiori indicazioni sulle tante spese che in questo periodo stanno avendo del tutto inaspettate. Strisce per la segnaletica, spostamento di tramezzi, trasloco di banchi e materiale, ecc. che davvero superano i 15.000.
La preside mi chiama e condivide con me l’emozione della telefonata. Concordiamo sul fatto di far fare il bonifico sulla piattaforma perchè fosse visibile a tutti il raggiungimento dell’obiettivo.
E dopo qualche giorno arriva la super donazione.

Obiettivo raggiunto e superato

In fase di lancio della campagna avevamo anche detto che tutto ciò che avrebbe ecceduto i 30.000 sarebbe stato donato a nostra volta a una nostra scuola partner di un quartiere un po’ più periferico, con una dirigente comunque in gamba. La campagna si chiuderà a fine settembre e vogliamo fare un’ultima call per raccogliere le ultime donazioni e sostenere un’altra scuola.

E’ un risultato bellissimo, per una scuola pubblica ancora di più!
Ed è stato reso possibile perché la dirigente ci ha creduto fin da subito. Viva il board quando c’è! Si è esposta in prima persona, ha saputo definire il bisogno e gestire i grandi donatori al meglio, perchè si è creato un gruppo di lavoro propositivo e perchè il tessuto di relazioni era molto fitto e solido. Io ho dato il mio contributo volontario e sono felice e soddisfatta.

Ecco la mia storia su come abbiamo realizzato una raccolta fondi per la scuola pubblica.
Penso potrebbe essere un esempio per tante altre realtà che operano nel campo della formazione.

Un caro saluto,
Elena