Tecniche di Fundraising

Chi c'è dietro un sito? Intervista al webmaster di Greenpeace Italia

Da dove parte l’idea del sito di Greenpeace, ovvero è una scelta italiana o fa parte di una più ampia strategia a livello internazionale di Greenpeace che sembra essere una delle poche organizzazioni a credere nel fund raising o comunque nella comunicazione via internet?

Marcello Colacino: Greenpeace ha sempre creduto molto nella tecnologia e ha sempre cercato di sperimentare soluzioni innovative: già nel 1986, ad esempio, Greenpeace usava un sistema di posta elettronica per condividere documenti a distanza, mentre la presenza della nostra organizzazione sul web risale al 1992. La realizzazione del sito italiano si inserisce quindi in una strategia più complessiva di investimento sui nuovi media e sul web. Greenpeace è stata tra le prime ong internazionali a proporre un sistema coerente e integrato di comunicazione in rete, realizzando un Content Management System per la gestione dei contenuti web. Dalla fine del 2005, anche www.greenpeace.it fa parte di Planet.

Siete gli unici, a quanto stiamo osservando, ad avere attivato un coinvolgimento dei volontari online, cioè i cyberattivisti. Cosa fanno i cyber attivisti realmente? L’esperienza di un volontariato online è positiva? Si tramuta anche in volontariato off-line (quello classico per capirci)?

I cyberattivisti sono web user sensibili alle tematiche ambientali e vicini alla posizioni di Greenpeace. Il concetto che sta alla base del cyberattivismo è molto semplice: ci sono tanti modi per far parte di Greenpeace; non è necessario arrampicarsi, incatenarsi o sfrecciare a bordo dei nostri gommoni per far parte del gruppo ed entrare in azione. Anche solo con pochi clic del mouse si può dare il proprio contributo. In concreto, i cyberattivisti firmano petizioni on line, inviano email di protesta, ci aiutano a diffondere i nostri contenuti in rete. Ci sono ovviamente delle sovrapposizioni tra volontariato online e offline: molti dei volontari che fanno parte dei gruppi locali sono anche cyberattivisti e, sempre di più, si cerca di fare in modo che il cyberattivista si attivi anche nella vita reale, ad esempio stampando e distribuendo volantini. Esiste, inoltre, un’interessante correlazione tra volontariato online e raccolta fondi: i cyberattivisti sono un bacino molto interessante di potenziali sostenitori.

E’ necessario secondo te un manager, un responsabile del sito internet nelle organizzazioni nonprofit?

La presenza di un responsabile del sito internet e, più in generale, di una gestione strategica della comunicazione sul web è fondamentale, soprattutto quando l’attività di un’organizzazione si articola su tematiche diverse e la comunicazione delle varie campagne necessita di essere armonizzata.

Perchè Greenpeace investe tanto nella comunicazione via internet? Secondo te che vantaggio competitivo dà internet rispetto ad altri mezzi di comunicazione?

Greenpeace si occupa spesso di temi delicati che a volte non trovano molto spazio sui media tradizionali. Comunicare via internet vuol dire innanzitutto per noi avere la possibilità – e la libertà – di veicolare senza filtri, limiti o ingerenze, informazioni anche scomode: internet è, in questo senso, la prosecuzione tecnologica della nostra indipendenza. La Rete consente inoltre di coinvolgere e mobilitare le persone molto di più dei media unidirezionali come la televisione o la stampa. E Greenpeace intende la rete non solo come spazio di informazione, ma anche come luogo di coinvolgimento, di confronto e di interazione.

Da dove nasce l’idea di far realizzare ai lettori la nuova newsletter, cioè di fare un sondaggio e di realizzare secondo i risultati la nuova newsletter? I risultati ottenuti ti hanno soddisfatto?

Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di problemi tecnici legati alla visualizzazione della vecchia newsletter. Avevamo quindi un problema tecnico da risolvere, un problema di compatibilità del codice html con i vari client mail. La scommessa è stata quella di trasformare un semplice processo di debug in un’opportunità di comunicazione. Il sondaggio ci ha consentito di avere un feedback sulla vecchia newsletter, sulle cose che andavano bene e su quelle da migliorare. Attraverso il sondaggio siamo riusciti inoltre a coinvolgere gli iscritti: li abbiamo resi protagonisti. I risultati sono stati buoni. Le indicazioni sono state utili. Sono decisamente soddisfatto della nuova newsletter.

Un tuo parere sul futuro di internet e il fund raising: è il futuro definitivo oppure è uno strumento che potrà dare dei vantaggi competitivi alle onp che lo utilizzeranno bene?

La raccolta fondi sul web ha il grande vantaggio di avere dei costi vivi decisamente inferiori a quelli delle attività di marketing tradizionali. Consente di pianificare azioni molto mirate su target specifici. Alcune dimensioni proprie di internet, come la diffusione virale delle informazioni o la logica delle web community, si prestano bene alle esigenze del marketing.
Penso che il fund raising sul web diventerà sempre più importante, senza tuttavia soppiantare del tutto i metodi tradizionali. Le singole organizzazioni non potranno fare a meno di internet da questo punto di vista, ma i veri vantaggi competitivi ci saranno solo per chi saprà fiutare le nuove tendenze del web, un mezzo che si evolve con un ritmo incredibile, cambiando retoriche, linguaggi e format a grande velocità.