E’ semplicemente la storia di una organizzazione nonprofit: mentre si scorrono i capitoli di questo volume che raccontano gli esordi, l’avvio, il riconoscimento, il consolidamento e i desideri per il futuro di questa organizzazione, si legge fra le righe, anche un racconto e un giudizio sull’ambiente di riferimento di questa organizzazione nonprofit, la Chiesa.
Sembra quasi che al lettore venga raccontata una storia di una piccola organizzazione nonprofit e nello stesso tempo venga resa anche la storia dell’Italia e in particolare della Chiesa cattolica degli ultimi venti anni. Di questo oggi c’e’ un grande bisogno. E come se qualcuno, al posto di raccontare in modo autoreferenziale la storia della propria organizzazione, raccontasse la storia della Croce Rossa Italiana, giudicando la storia del settore emergenze del nostro Paese, raccontasse la storia di Legambiente giudicando la storia del settore ambientale in Italia, e così via.
Perché essere troppo legati alle radici e immobilizzarsi sul proprio passato fa cadere nell’errore del conservatorismo e dimenticarsi delle proprie tradizioni e guardare solo al futuro fa cadere nell’errore del relativismo.
Ma rileggere la propria storia, all’interno del contesto di riferimento del tempo, giudicandone gli errori e i punti di svolta, allo scopo di stabilire un punto di partenza, è come salire sulla spalle dei giganti e cercare, con i piedi ben saldi nella tradizione, di affrontare il futuro con maggiore vigore. L’invito è per ogni segretario, direttore o presidente, di prendere spunto da testi come questi, per riscrivere la storia del nonprofit italiano, così troppo spesso travisata e ideologizzata.
Il vento di Dio
di Massimo Camisasca
Piemme, Alessandria, 2005
Pag. 120
