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Può il Cause Related Marketing contribuire a migliorare l’immagine istituzionale di un’impresa profit?

Come creare un progetto di cause related marketing? Ci vuole l’idea, il progetto ed anche un po’ di conoscenze di come questo settore si è evoluto nel tempo. Oggi proviamo a capire se effettivamente, e dati alla mano, il cause related marketing, fa bene alle aziende.

Secondo i dati di “CSR Monitor”, elaborati dal Censis, emerge una pressante richiesta affinché le imprese operino nell’interesse della collettività; se nel 1999 il 36% degli italiani dichiarava importante la responsabilità sociale come elemento di valutazione di un’azienda, in soli due anni si è passati al 62%.
Di conseguenza, le imprese, per essere competitive nel mercato odierno, devono mostrare il loro impegno ad attuare una politica di Corporate Social Responsibility (CSR) non solo a livello di strategia e di organizzazione, bensì devono adoperarsi al fine di renderla parte integrante della mission aziendale.
La Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) è definita, nel Libro Verde della Commissione dell’Unione Europea, come “l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate […] Essere socialmente responsabili significa non solo soddisfare pienamente gli obblighi giuridici applicabili ma, anche, andare al di là, investendo nel capitale umano, nell’ambiente e nei rapporti con le parti interessate“.

Tale definizione evidenzia, in modo particolare, il ruolo dell’azienda nei confronti degli stakeholders. In riferimento alla teoria degli stakeholders, che considera l’impresa al centro di una serie di rapporti con differenti gruppi sociali, rispetto ai quali, attiva relazioni di scambio, di informazione e di rappresentanza, sono necessarie due considerazioni. Il concetto di stakeholders era originariamente riferito solo a coloro che avevano interessi diretti nella vita d’impresa e, solo successivamente, ha assunto un significato più ampio, fino a comprendere tutti coloro che possono esercitare un’influenza sulle decisioni aziendali.
Rientrano, dunque, tra gli stakeholders:

  • i lavoratori,
  • i fornitori,
  • i finanziatori,
  • i clienti,
  • le istituzioni,
  • gli ambientalisti,
  • le associazioni dei consumatori,
  • i sindacati,
  • i dipendenti,
  • i concorrenti,
  • i fornitori
  • i gruppi politici.

Oggi, questo gruppo di interlocutori, si allarga nuovamente fino a comprendere 1’intera comunità, destinataria dell’operato aziendale e capace anch’essa, di incidere sul comportamento dell’impresa.

II Corporate Social Commitment rappresenta un modello di comportamento per cui le imprese, che vi aderiscono, scelgono volontariamente di rispondere alle esigenze informative dei diversi stakeholders e dimostrano la loro capacità effettiva di sviluppare nel mercato e sul territorio politiche sociali attive.
In riferimento a questo nuovo modello imprenditoriale si inserisce il valore strategico delle attività di corporate giving, capace di contribuire al benessere sociale da una parte e di perseguire fini di business dall’altra.