Questo non è un articolo sul galateo del fundraising (anche se esiste un libro italiano su questo argomento). E’ un articolo che vuole aiutare a comprendere come effettivamente si può iniziare a comprendere in modo semplice che cosa dire al donatore sia nel colloquio faccia a faccia sia nei materiali di rendicontazione che gli inviamo ogni anno.
Il problema
Come posso sapere quali sono le comunicazioni che il mio donatore vuole ricevere al fine di spiegargli come ho utilizzato la sua donazione?
La soluzione
- Devi essere anche tu un donatore / un volontario altrimenti difficilmente riuscirai a capire le logiche che stanno dietro alla donazione (anche se ti sei letto tutti i libri sul fundraising esistenti!)
- Inizia a pensare a come le organizzazione a cui doni o per cui fai volontariato ti ringraziano? Ti piace il modo in cui lo fanno? Oppure no? Scriviti pro e contro di ognuna di loro e confrontale con quanto fa oggi la tua organizzazione
- Non pensare che ai donatori non piacciano i dati. Certo spedirgli un bilancio con conto economico e stato patriomoniale è un primo passo ma va semplificato con tabelle, grafici di semplice lettura che facciano comprendere come l’organizzazione nonprofit investe le donazioni
- Accorcia la catena delle informazioni. Non importa quanto grande sia la tua organizzazione nonprofit (da quella con 10 volontari a quella con 1.000 dipendenti), ma ricorda che devi sempre più dare al donatore una notizia reale di quello che fai. Non bastano le parole del presidente allegate ad un bilancio, c’è bisogno di far rendere testimonianza di quanto viene fatto direttamente da chi opera sul campo attraverso video, foto (ed Internet in questo aiuta)
- Puoi spedire bilanci, gadget omaggio ai donatori ma ricorda che quello che loro hanno interesse a conoscere non è l’esatto ammontare degli ammortamenti di bilancio o se gli invii o meno un omaggio se effettuano una donazione, ma di come tu investi (è o non è la donazione un investimento?) la loro donazione.