Nelle dinamiche, spesso complesse, del mondo nonprofit, la raccolta fondi emerge come un pilastro cruciale per la sostenibilità e la realizzazione della missione. Tuttavia, l’efficacia di questa funzione non risiede unicamente nelle mani del team dedicato. Un elemento spesso sottovalutato, ma di vitale importanza, è il commitment e il coinvolgimento attivo del personale che, pur non operando direttamente nel fundraising, costituisce il cuore pulsante dell’organizzazione.
A volte la sfida più scoraggiante e difficile è la resistenza che potresti ricevere dai tuoi colleghi nel promuovere azioni di raccolta fondi. Probabilmente a un certo punto avrai visto che non tutto il personale della tua organizzazione è coinvolto nella raccolta fondi, magari percepisci una mancanza di supporto e interesse.
Ma tu cosa hai fatto per far sentire gli altri parte delle azioni di raccolta fondi?
Troppo frequentemente, si crea una sottile, ma palpabile, linea di demarcazione tra chi “fa” raccolta fondi e chi si occupa delle attività operative e progettuali. Questa divisione può generare incomprensioni, resistenze e, nel peggiore dei casi, un senso di disinteresse o persino frustrazione nei confronti degli sforzi di fundraising. I colleghi impegnati “sul campo”, a contatto diretto con i beneficiari o immersi nella gestione dei programmi o nell’amministrazione, potrebbero percepire la raccolta fondi come un’attività distante dalle loro priorità quotidiane, se non addirittura come un “peso” necessario ma poco compreso.
Eppure, è proprio in questa potenziale frattura che si cela un’opportunità straordinaria. Un’organizzazione nonprofit che riesce a coltivare un forte commitment verso la raccolta fondi da parte di tutto il suo personale, indipendentemente dal ruolo specifico, moltiplica esponenzialmente il proprio potenziale di successo. Quando ogni membro del team comprende l’importanza vitale del fundraising per la sopravvivenza e la crescita dell’organizzazione, e si sente parte integrante di questo processo, si innesca un circolo virtuoso di supporto e collaborazione.
Come si traduce questo commitment nella pratica? Non si tratta di chiedere a educatori, operatori sociali o amministrativi di trasformarsi in esperti fundraiser. Si tratta, invece, di infondere una cultura organizzativa in cui la raccolta fondi è percepita come una responsabilità condivisa, un elemento intrinseco alla missione stessa. Questo può avvenire attraverso diverse strategie:
Tabella dei Contenuti

Comunicazione trasparente e coinvolgente
Il primo passo per coinvolgere il personale nel fundraising è abbattere le barriere informative. Rendere il personale partecipe degli obiettivi di fundraising non significa semplicemente comunicare cifre, ma illustrare chiaramente come i fondi raccolti si traducono in impatto concreto sul loro lavoro quotidiano e, soprattutto, sulla vita dei beneficiari. Questa connessione diretta tra lo sforzo di raccolta fondi e il risultato tangibile della missione è un potente motore di motivazione

Condividere storie di successo
Non solo quelle eclatanti ma anche i piccoli traguardi resi possibili dal sostegno dei donatori, umanizza l’atto del donare e lo lega indissolubilmente al lavoro di ognuno. Evidenziare i risultati raggiunti grazie al sostegno dei donatori – un nuovo programma avviato, un servizio ampliato, vite cambiate – rafforza il senso di appartenenza e dimostra che la raccolta fondi non è un’attività astratta, ma uno strumento vitale per il progresso. Allo stesso modo, comunicare apertamente le sfide superate grazie alla raccolta fondi – un finanziamento inatteso che ha permesso di evitare tagli, una risposta rapida a un’emergenza – infonde un senso di resilienza collettiva e sottolinea l’importanza di ogni contributo.

Un flusso costante di aggiornamenti al personale
Devi decidere tu se farli mensili o settimanali, l’importante è che mantiene viva l’attenzione sul fundraising.
Queste comunicazioni non devono essere newsletter formali, ma brevi e-mail che raccontano “cosa sta succedendo” e “cosa bolle in pentola” nel mondo della raccolta fondi. È fondamentale centrare le notizie sul personale: perché queste informazioni sono rilevanti per loro? Come possono sentirsi orgogliosi dei risultati raggiunti? Cosa possono fare, nel loro piccolo o grande, per contribuire? Quali obiettivi comuni stiamo cercando di raggiungere grazie al sostegno dei donatori?

Valorizzare il ruolo di ognuno
Un commitment diffuso nasce dalla consapevolezza che ogni ruolo all’interno dell’organizzazione contribuisce, direttamente o indirettamente, al successo della raccolta fondi. Un operatore che testimonia con passione l’efficacia di un progetto durante un evento o in un colloquio informale con un potenziale donatore è un ambasciatore potente. Un amministrativo che gestisce con trasparenza le risorse e comunica in modo chiaro l’allocazione dei fondi rafforza la fiducia dei donatori. Un comunicatore che veicola messaggi autentici e coinvolgenti amplifica la portata della causa e attrae nuovi sostenitori.
È cruciale far comprendere al personale come le proprie competenze e passioni possono intersecarsi con il fundraising. Un membro del team con una rete di contatti aziendali può aprire porte preziose. Qualcuno con una passione per lo sport potrebbe organizzare una piccola iniziativa di raccolta fondi legata a una corsa o a un’altra attività fisica. Un talento per la cucina potrebbe tradursi in una vendita di dolci per raccogliere fondi in occasione di un evento.

Stimola il coinvolgimento attivo
Pensa a come offrire al personale opportunità concrete per contribuire al fundraising in modi che si allineino alle loro competenze e interessi è fondamentale per trasformare il potenziale supporto in azione reale. Questo può includere:
Condividere le proprie esperienze e storie di successo attraverso testimonianze scritte, video o interventi durante eventi.
Offrire idee creative per eventi di raccolta fondi, sfruttando le proprie passioni e conoscenze.
Utilizzare i propri canali social media per diffondere la consapevolezza sulla causa e sulle iniziative di fundraising.
Fare passaparola con amici, familiari e contatti professionali, diventando veri e propri “ambasciatori” della missione.
Partecipare attivamente a eventi di raccolta fondi, offrendo il proprio tempo e le proprie competenze come volontari
Proporre iniziative interne di micro-fundraising, come raccolte fondi in ufficio per specifiche esigenze.
Facilitare presentazioni o connessioni con potenziali donatori o partner.

Sii grato, coltiva l’appartenenza
Celebrare i successi di fundraising come risultati collettivi è essenziale per rafforzare il senso di appartenenza e motivare un ulteriore impegno. Riconoscere il contributo di tutti, anche di coloro che non sono direttamente coinvolti nella raccolta fondi, sottolinea che ogni sforzo, piccolo o grande, è prezioso. Un semplice ringraziamento pubblico durante una riunione, una menzione in una newsletter interna, un piccolo gesto di apprezzamento possono fare una grande differenza nel far sentire il personale valorizzato e parte integrante del successo. È importante dare feedback sui successi della raccolta fondi, evidenziando come il sostegno dei donatori sia direttamente collegato al lavoro e all’impatto del team. Far sentire i colleghi parte di questi successi – sottolineando che una grande donazione è arrivata perché il donatore ha riconosciuto il valore del loro lavoro – rafforza la loro motivazione e il loro orgoglio.

Rendi semplice il fundraising
Molte resistenze al fundraising derivano dalla mancanza di comprensione del processo e dalla percezione che sia un’attività complessa e distante. Offrire sessioni informative sul fundraising può demistificare il processo, spiegare l’importanza della donazione e fornire al personale gli strumenti di base per comprendere come comunicare efficacemente la missione dell’organizzazione. Queste sessioni possono includere:
Spiegazioni chiare e semplici su come funziona la raccolta fondi e quali sono le diverse strategie.
Condivisione di “storie di donatori” per umanizzare l’atto del donare e mostrare l’impatto delle donazioni.
Suggerimenti pratici su come parlare della causa con amici e familiari.
Opportunità per porre domande e superare eventuali timori o pregiudizi nei confronti del fundraising.

Costruisci ponti, non muri
Invece di imporre attività di fundraising, è fondamentale lavorare con il personale, non contro di loro. Coinvolgerli in modi che si adattino alle loro inclinazioni e competenze porterà a risultati più autentici e duraturi. Aiutarli ad avere successo con ciò che li interessa – che sia presentare un contatto aziendale, partecipare a una corsa benefica o organizzare una piccola vendita – li incoraggerà a farsi avanti anche in altri modi.
È cruciale umanizzare i donatori, presentandosi non come entità astratte ma come individui che condividono la passione per la causa e che, attraverso il loro sostegno, rendono possibile il lavoro dell’organizzazione. Condividere le storie dei donatori, i loro messaggi di supporto e i loro pensieri con il personale crea un ponte emotivo e rafforza il senso di connessione tra chi lavora per la causa e chi la sostiene finanziariamente.

Incontra personalmente
Investire tempo per incontrare il personale e il consiglio di amministrazione individualmente permette di costruire relazioni più profonde e di comprendere meglio le motivazioni, gli obiettivi e le preoccupazioni di ognuno. Questi incontri one-on-one aprono canali di comunicazione autentici e creano un ambiente di fiducia reciproca, fondamentale per un commitment condiviso verso la missione e, di conseguenza, verso il suo sostegno finanziario.
Investire nel commitment del personale al fundraising non è un compito aggiuntivo, ma un investimento strategico che porta a relazioni più solide, risultati più significativi e un futuro più sostenibile per l’organizzazione nonprofit. Abbandonare la frustrazione di “sbattere la testa contro il muro” e abbracciare una cultura di supporto condiviso è la chiave per un impatto collettivo più potente e duraturo.
Conclusione
Superare la tradizionale divisione tra “chi raccoglie fondi” e “chi realizza la missione” è cruciale per sbloccare un potenziale di supporto inesplorato e costruire una cultura organizzativa coesa e resiliente.
Superare la mentalità del “noi” (chi fa raccolta fondi) contro “loro” (chi fa il “vero” lavoro) è un passo fondamentale per costruire un’organizzazione nonprofit resiliente e di successo.
Quando il commitment verso la raccolta fondi permea l’intero team, si crea un ambiente di collaborazione, entusiasmo e condivisione che non solo facilita la raccolta di fondi, ma rafforza l’identità e l’impatto complessivo dell’organizzazione. Il vero motore del cambiamento sociale risiede in un team unito e convinto, che lavora sinergicamente verso un obiettivo comune, dove la raccolta fondi non è un’attività separata, ma un elemento vitale e condiviso della missione.