Professione Fundraiser

Conosciamo le fundraiser: Marianna Pucciarelli

Marianna Pucciarelli è responsabile della relazione con i donatori individuali per Cesvi Fondazione Onlus e nella sua intervista ci svela tutta la passione che c’è nei fundraiser italiani per il loro lavoro. Grazie a Marianna per l’intervista, a me è veramente piaciuta e spero lo sarà anche ai lettori di Fundraising.it

Francesco – Da quanti anni lavori nel fundraising?
Marianna – Da due anni.

Francesco – Perchè sei entrata in questa professione?
Marianna – Se devo essere sincera un po’ per caso. Ho iniziato la mia esperienza nel settore non profit più di tre anni fa, in una Fondazione che si occupa di organizzare eventi legati all’arte, al teatro e alla danza contemporanei. E’ stato allora che mi sono resa conto dell’importanza di poter contare su un buon fundraiser per portare avanti progetti di grande valore.

Francesco – Secondo te quale è stato il più grande cambiamento nella professione di fundraiser da quanto hai iniziato la tua carriera?
Marianna – La mia esperienza in questo settore è relativamente breve, nonostante questo credo di poter notare una professionalità sempre crescente.

Francesco – Qual è la tua preoccupazione riguardo la professione di fundraiser?
Marianna – L’etica, mi sembra sia una delle questioni fondamentali.

Francesco – Secondo te i donatori sono differenti oggi rispetto a quando hai iniziato la tua professione?
Marianna – C’è un’attenzione crescente da parte del donatore italiano all’efficienza e alla trasparenza nell’utilizzo dei fondi. E questa non può che essere una buona notizia.

Francesco – Cosa vorresti fare meglio di quello che fai ora?
Marianna – Sono una perfezionista, quindi ti direi un sacco di cose.

Francesco – Qual è stato il commento più strano o sorprendente che ti ha fatto un donatore?
Marianna – Ce ne sono molti in realtà. L’episodio più singolare mi è capitato circa un anno fa nell’incontrare uno dei nostri donatori più affezionati. Dopo aver incontrato il presidente dell’organizzazione ha estratto un foglio dal taschino su cui aveva appuntato una serie di osservazioni sul Bilancio di esercizio e di missione che aveva ricevuto a casa. Ne è nato un confronto fertile su questioni strettamente inerenti il nostro lavoro. E’ sorprendente l’attenzione e la vicinanza di molti sostenitori non solo a quello che facciamo, ma anche a come lo facciamo.

Francesco – Qual è il tuo motto?
Marianna – “Con la virtù come guida e la fortuna come compagna”. Credo sia una frase di Cicerone.

Francesco – Che cosa avresti voluto sapere quanto eri agli inizi della tua carriera e ti sarebbe servito?
Marianna – Un sacco di cose. Il bello di questo lavoro è che ti spinge continuamente ad imparare.

Francesco – Qual è la tua qualità migliore e come ti ha aiutato nella carriera?
Marianna – La capacità di relazionarmi con gli altri. E’ una buona dote sia per il contatto diretto con i donatori che per costruire un buon lavoro di squadra.

Francesco – Se tu potessi ricominciare la tua carriera, che cosa faresti di differente?
Marianna – L’unica cosa che farei, se avessi la possibilità di tornare indietro, è cominciare prima.

Francesco – Che cosa desideri fare in futuro nella tua professione che non hai ancora fatto?
Marianna – Sviluppare la capacità di avere una visione strategica.

Francesco – Chi o che cosa ti ha influenzato di più nella tua vita?
Marianna – Gli errori. Perché mi hanno spinto a migliorare.

Francesco -Che cosa ti fa stare sveglio la notte?
Marianna – Gli amici!

Francesco – Qual è la tua figura storica preferita?
Francesco – Muhammad Yunus, il banchiere dei poveri.

Francesco – Descrivi il tuo giorno perfetto o preferito
Marianna – Quello in cui arriva una donazione generosa: perché sai che potrai portare a termine un progetto e che per molte persone significherà avere l’opportunità di una vita migliore. E’ una bella sensazione!