Fare fundraising è come giocare a dadi. Ma no, non è questione di fortuna (e soprattutto non stiamo dando i numeri!). Abbiamo paragonato il fundraising a un dado a sei facce, e ognuna di queste rappresenta un pilastro essenziale della raccolta fondi.
La particolarità? Non c’è un ordine da seguire: tutte e sei le facce devono essere osservate e gestite contemporaneamente. Insomma, non basta solo una buona idea o un grande donatore per vincere la partita, ma serve avere tutto sotto controllo. E che il dado continui a girare, girare e girare…
In questo articolo scoprirai le sei facce del fundraising per comprendere come orchestrare al meglio una strategia vincente per la raccolta fondi della tua organizzazione.
Sei pronto a conoscere il tuo dado?
1. Strategie e veicoli: la base del fare fundraising
La prima faccia del dado riguarda le strategie di raccolta fondi, il cuore di ogni campagna di fundraising, e i suoi veicoli.
Non tutte le raccolte sono uguali: la tipologia strategica, che può essere di tre tipi, dipende dai bisogni della tua onp.
1. Raccolta annuale
È il tuo punto di partenza della tua onp, il tuo fundraising quotidiano. La raccolta annuale serve a coprire i costi sostenuti per l’acquisizione di beni ordinari, che si esauriscono in poco tempo.
È la linfa vitale della tua onp e si basa sulle donazioni ripetute nel tempo. La sua logica? “Prendi, rinnova, aumenta il dono”. La donazione per la raccolta annuale è quella che il tuo donatore decide di fare direttamente dal suo portafoglio.
2. Raccolta capitale
Vuoi costruire qualcosa di duraturo, che generi valore nel tempo. La raccolta capitale, o straordinaria, è quella che risponde ai bisogni pluriennali e che quindi garantisce beni che durano nel tempo: con questa strategia raccogli i fondi per coprire i costi necessari alla crescita e allo sviluppo della tua onp in modo continuativo. La donazione straordinaria è ripetuta nel tempo per alcuni anni, ed è quella che ottieni dal donatore automaticamente dal suo conto bancario, perché il suo tasso di coinvolgimento e di fiducia sono alti.
3. Fondi e fondazioni
È l’ora di pensare al futuro! Qui si raccolgono patrimoni che creano interessi per sostenere l’organizzazione sul lungo termine. È ciò che serve per garantire un futuro “eterno” alla tua onp. Con la creazione di una fondazione, infatti, vincoli dei fondi in investimenti in grado di produrre continuamente degli interessi, che sosterranno le spese annuali della tua onp. Quegli stessi interessi prodotti dai fondi garantiranno stabilità della tua onp, per lungo, lunghissimo tempo.
In tutto questo, non dimenticare i grandi donatori, i tuoi sostenitori che giocano su più tavoli. Infatti, li troverai coinvolti in tutte e tre le tipologie di raccolta fondi: sono trasversali rispetto tutte le strategie di raccolta fondi. Se saprai tenerli stretti, ti saranno fedeli e saranno fondamentali per la tua onp.
In sintesi, per un buon progetto di fundraising, dovrai partire dalla raccolta fondi annuale, la prima e più importante. Otterrai così un database ampio e ricco con cui costruire prima la raccolta capitale e in futuro una fondazione.
Veicoli
Bene, ti starai chiedendo come arrivare ai vari donatori del database: puoi farlo attraverso i veicoli, ossia il modo in cui chiedi una donazione.
Questi dipendono dal donatore a cui vuoi chiedere sostegno, attraverso sollecitazioni:
Impersonali - one to many
Sono il mezzo giusto per cominciare ad approcciarsi ai nuovi donatori. Alcuni esempi: lettere/mail massive, newsletter, telefonata da parte di volontari, direct mail, telemarketing, eventi speciali, crowdfunding, spazi pubblicitari e banner.
Personali - one to one
Sono sicuramente il metodo più efficace per chiedere e ottenere una donazione. Ed è il metodo che metterai in campo con i grandi donatori. Incontri faccia a faccia, visite, telefonate e la buona vecchia lettera personale. In sintesi: coccola il tuo donatore. Funziona sempre!
Personalizzate - one to few
Sono perfette per quei donatori più affezionati, ma con cui puoi fare ancora di più. Questa categoria si è sviluppata molto grazie all’avvento dell’IA, che ti aiuta a targettizzare sempre più dettagliatamente i cluster dei tuoi donatori e curare così una comunicazione sempre più personalizzata.
2. Management: fai la mossa giusta, ma pianifica bene
La seconda faccia del dado ti ricorda che senza un piano ben fatto, rischi di giocarti male la partita. Devi infatti essere in grado di gestire tutto al meglio.
Prova a seguire questi passaggi:
• Si parte sempre da una buona analisi della situazione: prima di cominciare, sai già dove vuoi arrivare?
• Se sì, è ora di creare un piano chiaro, dettagliato, dove ogni mossa è calcolata;
• Si va in scena: l’esecuzione però è solo l’inizio;
• Devi controllare i risultati, monitorare ogni passaggio;
• Non dimenticare di valutare cosa sta funzionando e cosa no, per migliorare sempre!
Ricordati sempre di mantenere un atteggiamento professionale: fare fundraising non è un hobby, è una professione. E come ogni professionista, devi avere il giusto mix di metodo e cuore!
3. Risorse umane: non sei solo, costruisci la tua squadra vincente!
Il fundraising non è un one-man show. La tua squadra è fondamentale, e qui entra in gioco la terza faccia del dado. Non si parla solo di staff retribuito, ma anche di volontari appassionati – e ben formati, con ruoli chiari e prestabiliti – e consulenti che ti danno quella marcia in più in ambito fiscale, amministrativo e strategico.
Non dimenticare la governance: sì, sto parlando del tuo CdA. Vero è che spesso si tratta – paradossalmente – del tallone d’Achille delle onp italiane, ma se riesci a coinvolgerlo attivamente, può fare una differenza davvero enorme.
In tutto questo, tieni a mente che la leadership non è solo una questione di gerarchia: i leader sono coloro che sono motivati, che hanno veramente a cuore la causa e che tutti i giorni lavorano per migliorare sé stessi e il mondo. La motivazione è l’ingrediente segreto che non deve mai mancare nella tua onp.
4. Mercati: conosci il tuo pubblico, la tua squadra allargata
La quarta faccia del dado è rappresentata dai mercati, i target.
Sai a chi ti stai rivolgendo?
Qualche dato – può sempre incoraggiare: In Italia, le persone fisiche donano oltre 7 miliardi di euro ogni anno. Poi ci sono le fondazioni bancarie e d’impresa, che contribuiscono con circa 1 miliardo. E le imprese? Beh, sono una miniera d’oro ancora poco esplorata: le potenzialità sono molte e dovrai trovare il modo giusto per coinvolgerle. Infine, ci sono gli enti pubblici e i service club, onp che nascono per aiutare altre onp, come i Lions e Rotary Club, veri campioni di erogazione fondi.
5. Prontezza: pronti, partenza… VIA!
La quinta faccia ti ricorda che devi essere pronto. Devi partire con i blocchi di partenza giusti. Quali? I mercati, ovvero il contesto generale al quale ti rivolgi.
Prima di tutto, analizza il contesto generale: politico, economico, sociale e tecnologico (PEST). Poi, definisci chiaramente il caso, i bisogni e gli impatti, assicurandoti di comunicarli sempre, in modo trasparente ed efficace. Non dimenticare il coinvolgimento: più le persone si sentono parte del progetto, più è facile che vogliano contribuire in prima persona donando.
Tutto questo è imprescindibile per fare fundraising in maniera efficace e vincente.
6. Funzioni circolari: il dado non smette mai di girare
La sesta e ultima faccia del dado rappresenta le funzioni circolari: rilevazione dei fabbisogni, reclutamento della community, team building e, soprattutto, una policy etica solida. Questo ciclo non finisce mai.
Perché? Perché il fundraising non è una strada dritta, è più una spirale continua. Ogni passo porta a quello successivo, e non si può mai smettere di imparare e migliorare.
In conclusione… Fai girare il tuo dado e continua a vincere!
Fare fundraising, quindi, è proprio come un dado a sei facce, senza fortuna ma con tanta strategia e consapevolezza. Se tieni d’occhio tutte le facce del dado e lavori su ognuna contemporaneamente, hai tutte le possibilità di vincere.