Professione Fundraiser

Intervista a Mariangela Cappiello

mariangela

Per il mese di giugno 2012 della rubrica “Intervista a un fundraiser” abbiamo scelto di intervistare Mariangela Cappiello, Area Manager del Centro e Sud Italia nell’Area Territoriale di Telethon, www.telethon.it

Simona: Da quanti anni lavori nel nonprofit?

Mariangela: Da circa cinque anni.

Simona: Qual è il tuo ruolo e di cosa ti occupi esattamente?

Mariangela: Sono Area Manager del Centro e Sud Italia nell’Area Territoriale di Telethon. Vale a dire che coordino e supporto i volontari Telethon del Centro e Sud Italia nell’attività di comunicazione e di raccolta fondi a favore della nostra mission.

Simona: Cosa ti ha spinto a svolgere questa professione?

Mariangela: La voglia di essere un agente di cambiamento della realtà che mi circonda in modo positivo e costruttivo, attraverso la realizzazione di progetti sostenibili.

Simona: Due aggettivi che descrivono la situazione attuale del fundraising in Italia.

Mariangela: Credo basti una citazione: il fundraising in Italia è in cerca d’autore. Più che di una persona ha bisogno di una regia… dove vogliamo andare?

Simona: Di cosa si occupa la tua organizzazione?

Mariangela: Telethon finanzia da oltre vent’anni la migliore ricerca scientifica italiana sulla distrofia muscolare e le altre malattie genetiche rare. E’ un modello non solo italiano, ma anche internazionale, di eccellenza nella selezione dei migliori progetti di ricerca scientifica, di trasparenza ed efficenza nell’impiego delle risorse.

Simona: Parlaci di una campagna o di un progetto a cui stai lavorando in questo momento.

Mariangela: Mi sto occupando dell’organizzazione della seconda campagna nazionale di comunicazione e raccolta fondi a favore della nostra missione, denominata Walk of Life. Questo secondo momento, contrariamente alla campagna per la quale siamo conosciuti, la Maratona Televisiva, mira al coinvolgimento di donatori consapevoli e attivi, che in prima persona si mettono in gioco a favore della nostra missione.

Simona: Quali sono i principali ostacoli che affronti quotidianamente nel tuo lavoro?

Mariangela: La demotivazione delle persone che mi circondano, la rassegnazione nei confronti della situazione economica circostante, dei “no” che quotidianamente si ricevono.

Simona: Se avessi una bacchetta magica cosa cambieresti nel tuo lavoro? E nel nonprofit?

Mariangela: Nel mio lavoro vorrei avere più tempo per approfondire le strategie, pianificare le attività, studiare la realtà che ci circonda. E vorrei avere anche il tempo per continuare la formazione, per imparare qualcosa di nuovo. Nel nonprofit vorrei che esistesse maggiore ordine, meno caoticità, delle regole che definiscano precisamente i soggetti che operano in questo settore e un’autorità che controlli che tutto avvenga in modo corretto e trasparente. Una mela marcia guasta tutto il cesto ed è difficile poi recuperare la fiducia delle persone.

Simona: Cosa avresti voluto sapere agli inizi della carriera che oggi ti sarebbe servito?

Mariangela: Che bisogna continuare a credere nelle cose che si fanno, nella strada che si è intrapresa, non lasciarsi abbattere dal clima circostante: se avessi tenuto fede, in modo costante, ai miei ideali, probabilmente avrei vissuto alcuni difficili momenti della mia vita lavorativa in modo più sereno.

Simona: Qual è la tua qualità migliore e come ti ha aiutato nella carriera?

Mariangela: La motivazione. Credere profondamente in questo settore, nella propria organizzazione, affrontare le difficoltà con serietà, ogni nuovo progetto con entusiasmo e dedizione rende le persone dei punti di riferimento all’interno della struttura e catalizzatori a loro volta di entusiasmo e “attaccamento alla maglia”.

Simona: Chi o che cosa ti ha influenzato di più nella vita?

Mariangela: Sicuramente la mia famiglia senza la quale non sarei quella che sono e non avrei potuto raggiungere gli obiettivi intermedi (ce n’è ancora di strada da fare!) che ho raggiunto. Poi le persone che ho incontrato sul mio cammino. Infine i libri: senza questa fonte inesauribile di mondi, non mi sarebbe mai venuta la voglia di andare più volte a quel paese… e non solo fisicamente! La curiosità verso il mondo, verso modi diversi di concepire la realtà che ci circonda è un motore di cambiamento insospettabile e potentissimo che spinge a tirare sempre più su l’asticella dei nostri obiettivi.

Simona: Descrivici il tuo giorno “perfetto”.

Mariangela: Mi alzo fresca e riposata, prendo la metro e riesco a sedermi e a leggere in pace, arrivo in ufficio in mezz’ora senza imprevisti, trovo un messaggio in segreteria: un volontario mi comunica che è riuscito a far adottare un progetto di ricerca, aspettano solo i dati del bonifico per la donazione. Infine siamo chiamati tutti in riunione straordinaria: uno dei nostri gruppi di ricerca ha scoperto la cura di una gravissima malattia genetica!