Sempre bello poter intervistare i fundraiser italiani. Oggi si parla con Daniele Fusi, responsabile del direct marketing per l’ong Cesvi e fondatore del blog Diario del Fundraiser
Francesco – Da quanti anni lavori nel fundraising?
Daniele – 6 anni e 1/2/
Francesco – Perchè sei entrato in questa professione?
Daniele – Casualità, ho sempre lavorato nel marketing e ad un certo punto un amico (tal Francesco Quistelli) mi ha detto: “sto lavorando in un azienda che fa consulenza di marketing per il nonprofit, ti interessa?” Ed ovviamente ho risposto sì quell’azienda era Lentati&Partners (allora Studio Lentati) e
così è cominciata la mia avventura.
Francesco – Secondo te quale è stato il più grande cambiamento nella professione di fundraiser da quanto hai iniziato la tua carriera?
Daniele – In così “poco” tempo non ho potuto vivere direttamente grandi cambiamenti… sicuramente vedo il livello profesionale di chi fa questo lavoro crescere di anno in anno, non sarà una rivoluzione ma a mio parere è comunque tanto.
Francesco – Qual è la tua preoccupazione riguardo la professione di fundraiser?
Daniele – La preoccupazione è quella dell’inversione di tendenza delle anp… se si tornasse al modello puramente volontaristico e “sprofessionalizzato” a perderne credo che sarebbe l’intero settore e non solo la nostra categoria…
Francesco – Secondo te i donatori sono differenti oggi rispetto a quando hai iniziato la tua professione?
Daniele – Anche qui notare differenze in così pochi anni è difficile…la consapevolezza credo stia aumentando ma in maniera davvero lenta ed ancora molto lontana da quella dei donatori anglossassoni
Francesco – Cosa vorresti fare meglio di quello che fai ora?
Daniele – Vorrei sicuramente approfondire le tematiche riguardanti il campaigning ed il face to face ed in questa direzione sto lavorando.
Francesco – Qual è stato il commento più strano o sorprendente che ti ha fatto un donatore?
Daniele – I donatori sono sempre “sorprendenti” forse la cosa che più mi colpisce ogni volta che un donatore scrive o telefona è quanto senta l’organizzazione “di famiglia”… capita spessissimo che ci racconti dettagli personali come fossimo dei suoi parenti stretti e credo che questo sia sorprendente… ovviamente nell’accezione più positiva di questo termine.
Francesco – Qual è il tuo motto?
Daniele – Non ne ho uno in particolare…. me ne invento uno per l’occasione: pianifica, calcola, pianifica e poi ricalcola e quando hai finito calcola ancora… tutto questo giusto per ridurre il rischio di un misero 1-2%
Francesco – Che cosa avresti voluto sapere quanto eri agli inizi dellatua carriera e ti sarebbe servito?
Daniele – Un infinità di cose, ma per poterle sapere avrei dovuto lavorare per più di 6 anni nel settore e quindi non sarei stato “ad inizio carriera”
Francesco – Qual è la tua qualità migliore e come ti ha aiutato nella carriera?
Daniele – Sono perseverante, un vero “lombardo” se non capisco mi impunto fino a quando non ci riesco e metto l’anima in quello che faccio… diversamente da così non riesco… come questo aiuti mi sembra evidente, ogni giorno, tutti i giorni do il 101% (o almeno ci provo) il risultato di questo non può che arrivare, la fatica paga, sempre.
Francesco – Se tu potessi ricominciare la tua carriera, che cosa faresti di differente?
Daniele – Fortunatamente sino ad ora credo di aver fatto un buon percorso… un pò di anni in consulenza per vedere ed imparare quanto più possibile e poi l’ingresso in organizzazione per mettere direttamente in pratica e continuare ad imparare e francamente questo non lo cambierei.
Francesco – Che cosa desideri fare in futuro nella tua professione che non hai ancora fatto?
Daniele – Il desiderio è quello di crescere ricoprendo la direzione di un’unità comunicazione e raccolta fondi… ma non voglio affrettare le cose fra un pò di tempo ci lavoreremo…
Francesco – Chi o che cosa ti ha influenzato di più nella tua vita?
Daniele – Credo sia stata l’attività agonistica nello sport. Mi ha dato la misura di quanto faticare ogni giorno paghi in termini di risultati.
Francesco – Che cosa ti fa stare sveglio la notte?
Daniele – Ogni volta che decido una spesa consistente per un’attività di raccolta fondi sento la responsabilità della redditività di quella campagna sapendo che quel delta dovrà andare a sostenere attività nei Paesi in via di sviluppo dove operiamo… a volte quella responsabilità pesa un pò di più…non è che non dorma, magari mi addormento un pò più a fatica…
Francesco – Qual è la tua figura storica preferita?
Daniele – Bobby Kennedy senza dubbio… era in grado di dare speranza come il fratello, di fare sognare ed allo stesso tempo riusciva ad essere concreto proponendo una visione di un mondo migliore possibile.
Francesco – Descrivi il tuo giorno perfetto o preferito
Daniele – Lavorativamente parlando? Il giorno delle analisi dei risultati… quando questi sono buoni. Ed il giorno peggiore è quello dell’analisi dei risultati… quando questi non sono buoni