REDAZIONE: Nella realtà francese la cultura del dono è importante? I francesi hanno fiducia nelle organizzazioni nonprofit? E nelle Ong?
AH: Più di un francese su due si dichiara donatore. Questo ci permette di dire che la cultura del dono in Francia è relativamente importante (si è sviluppata specialmente nel corso degli ultimi 20 anni). Comparata però con i vicini paesi anglossassoni la cultura del dono francese è ancora marginale. I sociologi francesci spiegano questa differenza con il fatto che dopo la rivoluzione francese è stata costruito uno Stato sociale che si faceva carico delle persone in difficoltà e più in generale di tutte le questioni di interesse generale.
Infatti se si chiede ai francesi le ragioni del non dono una grande maggioranza risponde che lo Stato è colui che deve farsi carico delle persone in difficoltà.
Nel corso degli anni la società francese si è resa conto che lo Stato non si può fare totalmente carico di tutto e così la solidarietà e la generosità si sono piano piano sviluppate. Anzi, il numero di donatori, il totale delle donazioni è in crescita costante.
Questa generosità è fortemente legata alla fiducia che i francesi hanno nelle organizzazioni non governative (58% nel 2007, percentuale che aumenta in funzione della frequenza del dono: 75% dei donatori regolari hanno confidenza nelle ONG)
In sostanza, il dono non è insito nella tradizione francse, ma l’evoluzione della società francese hanno fatto si che la cultura del dono è incrementata nel corso di questi anni.
REDAZIONE: Quali sono le difficoltà che il vostro sindacato ha rilevato in Francia per promuovere una cultura del dono?
AH: Il governo francese ha sviluppato degli incentivi fiscali che sono molto interessanti per incentivare i donatori al dono. E’ stato stimato che la Francia è il paese europeo con i maggiori incentivi fiscali per il nonprofit. Sono però ancora poco utilizzati dalle imprese e dalle persone: ecco perchè associazioni come la nostra cercano di creare campagne di informazione per invogliare i francesi e le imprese a pensare ai vantaggi fiscali al momento del dono, in modo che l’incentivo non sia solamente a donare, ma ad aumentre la donazione.
Questo perchè le agevolazioni fiscali non devono essere a vantaggio solo delle persone, ma anche e soprattutto delle organizzazioni. Nel 2007 abbiamo posto l’accento sui lasciti, risorsa cruciale per associazioni e fondazioni, ancora sconosciuta al grande pubblico. Questa informazione passa grazie a testimonial che riescono a comunicare al grande pbblico e con la creazione di contatti con l’associazione di categoria dei notai.
REDAZIONE:Come organismo di difesa delle organizzazioni che fanno appello alla generosità dei donatori avete una vostra opinione sull’azione del governo nei confronti delle organizzazioni nonprofit e del fund raising in Francia?
AH: Il governo è piuttosto favorevole al settore delle organizzazioni nonprofit e alle donazioni. Come detto precedentemente il governo ha dato incentivi fiscali per incoraggiare i francesi e le imprese francesi a donare. Noi cerchiamo ora di far si che questi vantaggi siano mantenuti e che non sia adottata una logica rivendicativa.
Ci sono alcuni aspetti come l’IVA sul mailing e il costo di affrancature del mailing che ricopre un costo di quasi il 50% del mailing. Cerchiamo allo stesso modo di fare pressione sul governo perchè crei un meccanismo che garantisca l’informazione ai beneficiari dei contratti di assicurazione sulla vita, dispositivo che ora come ora non esiste.
Non è raro che onp citate nei contratti di assicurazione sulla vita non sono informate o lo sono solo in casi di indiscrezioni (si tenga conto che questo tipo di assicurazione in Francia è molto apprezzata, anzi una delle favorite dei francesi e molte onp sono nominate come beneficiarie. Costituisce dunque una fonte importante). Altro aspetto fondamentale è l’accountability, la rendicontazione.
Ogni donatore deve sapere esattamente come è stata utilizzata la sua donazione. Oggi ci sono delle problematiche rilevanti: i controlli sulle onp previsti dalla legge o i regolamenti previsti sono di volta in volta corretti dal legislatore senza tenere conto di quelli già esistenti: c’è un rischio di inflazione normativa, per questo che noi cerchiamo di far comprendere al governo e ai parlamentari che dei controlli ci sono già e che magari serve implementare ulteriormente questi.
REDAZIONE: A suo avviso, fra le donazioni dalle imprese e quelli dalle persone quali sono più importanti? In francia quale delle tue tipolgie è più importante?
AH: Le donazioni da persone sono più numerose anche come ammontare (3 miliardi dalle persone e 1 dalle imprese, fonte ADMICAL) e dunque sono quelle per ora più importanti.Fra i doni dalle imprese ci sono anche forniture di materiale che sono difficili da valorizzare in termini economici ma che spesso sono importasnti per creare e sostenere dei progetti.
REDAZIONE: Sono esistiti scandali in Francia di cattiva dgestione dei fondi, come in Italia negli anni ’90 con la Missione Arcobaleno in Albania? Chi interviene? Lo Stato? Il sindacato?
AH:E’ passato molto tempo dallo scandalo ARC che ha provocato seri danni alle associazione perchè, per la prima volta, la loro onestà, in generale, è stata chiamata in causa – e specialmente per chi non donava. Questo scandalo ha influenzato negativamente il settore nonprofit per 15 anni.
Per evitare che non si ripetesse, ora ci sono maggiori controlli obbligatori: i revisori dei conti in ciascuna associazione, l’IGAS (l’Inspection générale de l’Action sociale), la Corte dei conti che dal 1991 ha competenze per controllare le onp che ricevon fondi dai privati, i controlli delle istituzioni pubbliche che fanno sovvenzioni. Oltre ai controlli volontari come quello del Comité de la Charte de déontologie,.
REDAZIONE: Pensa che in futuro sia necessario un sistema di incentivi fiscali al dono a livello europeo?
AH: Per ora no, non vedo l’interesse per una iniziativa a livello europeo. Una tale prospettiva dipende dall’esistenza di un settore nonprofit associato a livello europeo altrimenti questa prospettiva non deve ancora essere presa in considerazione.
André HOCHBERG è presidente di France générosités, vice presidente France bénévolat. E’ un riconosciuto esperto di comunicazione e marketing. E’ stato direttore della comunicazione per FNAC e dirigente di agenzie di comunicazione come Mc Cann Erickson e TBWA in Francia e negli Stati Uniti. Recentemente è stato direttore della comunicazione e raccolta fondi di Secours Populaire français e delegato generale di France Bénévolat di cui è anche fra i fondatori.
Oggi, a capo del sindacato che rappresenta presso il governo gli organismi che raccolgono fondi si occupa di comunicare con il grande pubblico e con il settore profit. France générosités associa 61 organizzazioni che rappresentano il 65% della raccolta gfondi in tutta la Francia.