Trend del Terzo Settore

Libertà di fundraising

Vi sembrerebbe normale che un critico cinematografico dopo aver visto un film desse una o cinque stelle solo in base alle “spese generali” che ha avuto la casa cinematografica per realizzare la pellicola? Eppure questo è quello che succede nel mondo nonprofit.

Ci viene insegnato che le migliori organizzazioni nonprofit sono quelle che hanno basse spese generali, e se sono le migliori saranno anche le più efficienti. Ma quando per esempio andate a comprare una paio di scarpe da corsa non pensate “prima di andare a comprare le scarpe voglio sapere che percentuale del prezzo di vendita va alle spese generali” e di certo non uscirete da un negozio di scarpe con un paio di nuovissime sneakers piene di buchi dicendo ai vostri amici “non crederete mai quanto sono state basse le spese generali per questo paio di scarpe”. Questo è esattamente quello che facciamo con le organizzazioni nonprofit. Andiamo in giro, fieri di donare a un’organizzazione che ha delle bassissime spese generali senza sapere assolutamente nulla di quell’organizzazione. Penso che sia sbalorditivo come noi, esseri umani, possiamo essere totalmente inconsapevoli di cose ridicole.

Il 76% degli italiani prima di donare soldi ad un’organizzazione nonprofit si chiede “quanto andrà di quello che dono alla causa e quanto rimarrà per le spese generali all’organizzazione nonprofit”. Solo il 6% si chiede se la donazione che ha fatto avrà un effetto positivo sulla risoluzione del problema. Ma questa è una pessima domanda, perché nasconde il vero obbiettivo delle onp, che non è quello di spendere poco, ma di risolvere problemi immani: la fame del mondo, la povertà, l’aiuto agli ammalati, ecc.

Se questa è una pessima domanda, perché continuiamo a farla? Perché facciamo solo questa domanda? Perché ci hanno insegnato a farlo! Lo insegnano gli organi di controllo, ci formano anche i mass media, ci formano le stesse organizzazioni nonprofit che continuano a dire ai donatori “le nostre spese generali sono molto basse”. Tutto ciò porta i donatori a pensare che tenere basse le spese generali sia importante e che sia indice di un’ottima organizzazione; così si crea un circolo vizioso. E in questo modo si mina il settore nonprofit. Perché meno spese generali vuol dire meno investimenti e meno investimenti vuol dire meno crescita.

Occorre trasformare il pensiero dei donatori riguardo al fundraising; si tratta di cambiare profondamente tutto ciò che ci è stato insegnato.

Occorre dare maggiore libertà di utilizzare i soldi, in modo da riuscire a raccogliere maggiori somme di denaro e mantenere la speranza di risolvere almeno una parte della gigantesca scala di problemi che un’organizzazione nonprofit deve affrontare. Le organizzazioni nonprofit fanno un lavoro eccellente con pochissime risorse e per questo motivo hanno bisogno di maggiore libertà, in modo che possano raggiungere molti più risultati.

Molti incolpano il capitalismo di avere creato una società ingiusta. Può darsi, però noi non accettiamo che il settore nonprofit utilizzi gli strumenti del capitalismo per porre rimedio a queste ingiustizie. Ecco almeno 4 aree di discriminazione:

  1. gli operatori nel nonprofit sono normalmente pagati di meno rispetto ad identici ruoli nel profit. Di conseguenza i talenti scappano;
  2. nel nonprofit si va immediatamente sotto scandalo se si decide di utilizzare il marketing per pubblicizzare le cause allo stesso livello del settore profit. Si dice “guarda come sprecano i soldi”;
  3. non vi è nessuna possibilità di rischiare in iniziative che potrebbero generare un guadagno. Amazon può tardare 6 anni a fare i primi bilanci in utile. Ma se in un’azione di fundraising non si guadagna almeno il 65%, arriva l’agenzia delle Entrate sospettosa;
  4. non vi è nessun mercato azionario per attirare capitale e dunque i volumi non possono crescere.

Risulta chiaro, quindi, che il settore nonprofit si trova in enorme svantaggio. Se ci fosse maggiore rispetto per la nozione stessa della parola nonprofit, l’intero settore non sarebbe così debole.
Le organizzazioni nonprofit hanno bisogno di riprendere il proprio ruolo guida.

Invece di cercare di appagare i donatori con ciò che si vogliono sentir dire, devono iniziare a raccontare loro ciò di cui hanno veramente bisogno per riuscire a risolvere i problemi, cosa che di certo non fanno mantenendo le spese generali basse, ma costruendo le abilità e la forza dell’organizzazione. Per eliminare questi problemi bisogna iniziare a stabilire obiettivi ambiziosi che devono avere la precedenza sulle spese generali, che sono invece problemi secondari se paragonati alla risoluzione dei veri problemi della nostra società.