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Situazione terremoto. Facciamo CHIAREZZA

Ancora una volta la macchina della solidarietà non ha tardato a mettersi in moto per portare conforto a chi, nel sisma dello scorso 24 agosto, ha perso tutto. Centinaia di raccolte, non solo di fondi ma anche di beni di prima necessità, sono partite in tutta Italia per aiutare chi è sopravvissuto a questa tragedia. Un’adesione talmente elevata che in più casi è stato necessario dare lo stop alle donazioni come per la raccolta di sangue e di generi di conforto.

Di pari passo con la solidarietà, purtroppo, anche questa volta così come per il terremoto Aquilano, si sono attivati truffatori e sciacalli. Le forze dell’Ordine hanno smascherato false collette organizzate di chi ha cercato di arricchirsi nella tragedia. Anche i social network hanno fatto da cassa da risonanza in tal senso. Nel migliore dei casi si è assistito al “click baiting”, pratica che punta a racimolare qualche cliccata di mouse per uno o l’altro sito. Nel peggiore, invece, balordi senza scrupoli hanno messo in piedi finte raccolte fondi per racimolare cifre che poi sarebbero finite nelle loro tasche. Non è la prima volta che ciò accade. Un copione simile si è consumato per il terremoto d’Abruzzo così come per il sisma che ha scosso l’Emilia nel 2012.

Un giro d’affari non indifferente che ha portato le più autorevoli Istituzioni a pronunciarsi per cercare di proteggere i cittadini dalle frodi. “Nei giorni successivi al gravissimo sisma che ha colpito il Centro-Italia – ha evidenziato il Codacons in una nota – si sono moltiplicate le iniziative di solidarietà finalizzate a raccogliere presso i cittadini fondi da destinare all’emergenza terremoto. Iniziative lodevoli che tuttavia rischiano non solo di essere fuorilegge, ma addirittura di nascondere in alcuni casi usi distorti dei soldi di chi, in buona fede, ha versato denaro per aiutare le popolazioni colpite dal sisma” ha sottolineato l’Ente presentando una diffida al Ministero dell’interno e a centinaia di enti pubblici e privati che in questi giorni hanno avviato le raccolte fondi, chiedendo “lo stop immediato di qualsiasi iniziativa di solidarietà che non rispetti i criteri di legge e che non faccia capo allo Stato”. “Lo scopo unico della nostra iniziativa è che i soldi degli italiani vadano realmente a favore delle popolazioni colpite dal sisma“, ha spiegato il presidente Carlo Rienzi. “Per far si che ciò avvenga, le raccolte fondi devono rispondere a criteri di legge ben precisi: devono cioè indicare in modo chiaro la finalizzazione delle somme, l’indicazione dei soggetti intestatari dei fondi e l’indicazione delle finalità precipue nonché delle modalità di raggiungimento. Senza tali specifiche, qualsiasi iniziativa “per aiuti vari” è illegale e pertanto deve essere interrotta, perché potrebbe nascondere usi distorti delle risorse a danno dei cittadini che hanno versato denaro”.

Ecco il punto. Chiarezza. È questo il principio semplice che può portare ordine nella babilonia delle raccolte. Un requisito ben noto ai fundraiser poiché è la “legge” che guida ogni donazione: dare il proprio contributo attraverso associazioni o enti che si conoscono per sostenere progetti con finalità chiare e per questo facilmente verificabili nella loro realizzazione.

Oltre ai conti correnti postali e bancari, tra gli strumenti che si sono, ancora una volta, affermati come i più familiari a chi vuole donare rientra certamente l’sms. Un modo semplice, sicuro e veloce per dare il proprio contributo e letteralmente alla portata di tutti. “Non inviate cibo e indumenti, non abbiamo carenze, il modo migliore di aiutare è l’sms solidale al 45500”, ha sottolineato Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile nei giorni immediatamente successivi alla tragedia. Messaggio arrivato. Sono stati, infatti, oltre 13milioni gli euro raccolti solo tramite i messaggi inviati da cellulare.