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Tecniche di Fundraising

Instagram e fundraising: 6 mosse giuste per partire!

Pensi che sia arrivato il momento di portare la tua organizzazione nonprofit su Instagram?

I tuoi donatori potrebbero essere anche lì e vorresti creare o riattivare il tuo profilo? 

Con oltre miliardo di utenti Instagram permette di condividere foto e video e alle aziende di utilizzarlo come piattaforma di marketing per i loro prodotti.

E noi del nonprofit come possiamo sfruttarlo per la nostra buona causa? Instagram può essere il social giusto per il fundraising?

Un piccolo spoiler: Instagram e fundraising possono essere una coppia vincente!

Cosa troverai in questo articolo

Prima pensare e poi partire

“Ma sìììì che ci vuole?! Trovo qualcuno che può farlo qualche ora a settimana!”

E’ un pensiero che ricorre spesso, ma non è proprio così perché occorrono competenze e conoscenze, tempo e denaro da investire in risorse umane e attività di advertising social e questo è bene saperlo.

Quindi prima di partire avete fatto un buon esame di coscienza? Ci siete? L’accendiamo?

Bene se abbiamo preso una decisione chiara e consapevole questo articolo è pensato proprio per iniziare a fare i primi passi con Instagram e il fundraising. Partiremo da delle note sul profilo, dalla check-list da fare prima di partire con un progetto e dei suggerimenti utili per partire con il piede giusto. 

Vogliamo fornirvi le giuste indicazioni e farvi risparmiare tempo in macchinose ricerche sul “come fare a”, mettendo tutto qui in un unico articolo pensato per il fundraiser che vuole approcciarsi al digital e ai social.

Davvero Instagram per il fundraising?

In molti di voi si saranno posti questa domanda e la risposta è semplice: le immagini e i video sono efficaci e hanno un livello di engagement elevatissimo, se poi accompagnati dalle giuste parole è tutto più chiaro per il nostro potenziale donatore che vedrà comparire il nostro post.

Portare la nostra causa su Instagram si rivelerà una scelta strategica dal punto di vista comunicativo della quale è bene esserne consapevoli. Tuttavia la presenza su questo tipo di social darà maggior valore a ciò che facciamo perché possiamo comunicarlo con immagini e video e far comprendere al donatore la qualità del nostro lavoro e i risultati ottenuti grazie al suo contributo.

Avvertenze: lavorare con immagini, video e storie è impegnativo!

Se la scelta è di essere presenti su Instagram si deve avere anche la consapevolezza che un po’ di impegno ci vuole per ottenere i risultati sperati e inoltre lavorare con le immagini e creare i contenuti chiede tempo e qualche minima competenza.

Niente panico! Con un po’ di organizzazione e qualche suggerimento che troverete qui potrete iniziare a fare i primi passi.

L'ABC di Instagram per il fundraising

La prima impressione è quella che conta

E’ molto probabile che molti dei vostri donatori visiteranno il vostro profilo e quindi porsi con un “outfit” curato è fondamentale per assicurarsi nuovi followers su Instagram e nel caso in cui vogliamo avviare campagne di fundraising.

Mossa n. 1 Cura del profilo

Innanzitutto, assicuratevi che la vostra organizzazione nonprofit utilizzi una foto del profilo – alias avatar – ben progettata e visivamente accattivante.

Il sostenitore-follower che vi segue collegherà il vostro avatar mentalmente e visivamente alla vostra organizzazione e ai vostri post su Instagram.

Scegliete una foto che rappresenti il logo e che sia facilmente riconoscibile a prima vista.

Per quanto riguarda il nome dell’account utilizzate il nome dell’organizzazione, evitando di usare nomi complessi, pieni di underscore o puntini; in questo caso la semplicità aiuta chi vi segue a riconoscervi subito e a ricordarvi con facilità.

Infine, aggiungete la categoria “organizzazione senza scopo di lucro” in Modifica profilo > Categoria. Si possono aggiungere informazioni di contatto che creeranno un pulsante “Contatto”, un pulsante “Chiama” o un pulsante “E-mail” al profilo a seconda delle informazioni di contatto fornite.

Unicef Instagram Fundraising.it

Mossa n. 2 Follower, perché mi devi seguire?​

Scrivete una biografia avvincente su Instagram. C’è un limite di 150 caratteri, quindi dritto al punto, attirate l’attenzione sulla biografia con emoji e hashtag – ma senza esagerare! –  e includiamo un invito all’azione.

Nella bio è possibile inserire anche un link, meglio se trattasi di uno che invita ad un’azione precisa come ad esempio registrarsi, donare, scaricare un documento. Per i link complessi utilizzate sempre delle vanity url (es. bitly), aiutano a recuperare spazio e sono facilmente memorizzabili.

Inoltre se avete necessità di inserire più di un link in bio ci sono dei tool gratuiti on line come Linktree che ti permette di portare i vostri followers da Instagram a molti altri link da voi inseriti.

Se siete un’organizzazione non profit basata sulla posizione, ad esempio un museo o hai un punto vendita, è opportuno aggiungere anche il tuo indirizzo.

Legafilo Instagram Fundraising.it

Badge verificati

Richiedete la verifica del vostro account. Se approvato, verrà aggiunto un badge di verifica blu accanto al nome della tua organizzazione non profit su Instagram. Ciò aggiunge credibilità al tuo marchio e probabilmente migliora i tuoi risultati in termini di copertura organica. Il processo di richiesta è facile, ma l’approvazione è incerta.

Seguire o non seguire?

Un’ultima nota che riguarda l’account è la strategia di follow da adottare, in particolare evita il follow back perché molte persone potrebbero essere poco attive e poiché Instagram premia l’engagement meglio essere selettivi con chi vogliamo seguire.

Pronti, partenza, via?

Abbiamo creato da zero il nostro account oppure lo abbiamo rinfrescato con qualche ritocco e ora ci sentiamo carichi per partire con post, sponsorizzate e video?

Forse è il caso di rallentare e metter testa a un po’ di domande che vi riassumiamo qui di seguito.  Possono sembrare questioni scontate o banali ma meglio dare una risposta ora, che poi affannarsi a capire i motivi per cui i risultati sperati non vi sono stati e le nostre aspettative miracolose su Instagram sono andate in frantumi.

Mossa n. 3 Check list di progetto​

Partiamo da una semplice ma non banale check list da adattare alla vostra non profit e alle sue specificità. Tante domande ma le risposte spettano a te!

  • Abbiamo identificato la nostra unicità? Cosa ci distingue dagli altri? Perchè dovrebbero donare a noi? La nostra unicità come ONP potrebbe diventare anche la nostra unicità visiva?
    Pubblicare foto o storie con caratteristiche particolari potrebbe aiutare a distinguersi!
  • Abbiamo fatto un check dei nostri “concorrenti”? Le altre Onp con causa simile, come parlano e interagiscono su Instagram?
  • Abbiamo impostato il nostro “tono di voce”? Siamo sempre coerenti con ciò che pubblichiamo su tutti i social e sul sito istituzionale?
    Attenzione se siamo in tanti a gestire il profilo, usiamo sempre lo stesso “tono di voce” e coordiniamoci!
  • Quali contenuti originali possiamo proporre? La nostra causa la possiamo comunicare in modo diverso dai concorrenti? È meglio il post, la storia o il video per dire ciò che facciamo?
    Forse è il caso di pianificare dei contenuti?
  • Abbiamo preparato un piano promozionale?
    Crescere in modo organico non è facile!
  • Hai impostato delle call to action?
  • Hai definito i tuoi Kpi?

Su molte di queste domande è superfluo soffermarsi ma una considerazione è bene farla sulle ultime due.

Call to action: è bene che ogni post porti l’utente a fare qualcosa di semplice ad esempio andare al link in bio e quindi essere indirizzati ad una pagina di donazione, a taggare altri utenti, a scrivere un commento. Ricordate l’engagement è essenziale!

Su Instagram non serve pubblicare moltissimo ma pubblichiamo con qualità e intelligenza; per questo la chiamata all’azione gioca un ruolo chiave. Può essere una campagna per le donazioni, l’invito ad aderire come volontario, la partecipazione a un evento o anche solo la visita del vostro sito.

Definire i Kpi: definiamo in partenza cosa vogliamo ottenere dalla nostra attività su Instagram, soprattutto se abbiamo previsto un piano promozionale “Paid”.

Possiamo focalizzarci sulla copertura per comprendere l’efficacia di un contenuto, l’engagement che analizza la quantità e la qualità delle interazioni degli utenti con i post, il numero e la qualità dei follower, o il tasso di conversione che sta a indicare la percentuale degli utenti che compiono concretamente un’azione dopo aver visitato il sito web o il link promosso dalla campagna.

Definire i Kpi e strutturare un piano promozionale e meglio ancora anche uno editoriale tutto ben coordinato saranno la chiave di successo su Instagram.

Curiamo i dettagli

Le storie, il testo e le immagini giocano un ruolo chiave, occhio a questi dettagli, sono le mosse che fanno la differenza!

Mossa n. 4 Senza storie non si fa la storia

Se si chiamano storie ci sarà un motivo no? Aiutano a raccontare chi siamo, sono quel quid in più che insieme a post e immagini da il giusto sapore al contenuto, da valore!

Il primo feed di Instagram sono proprio le storie e devono esservi sempre anche usandole come ‘cerniera’ tra un post e l’altro. Sono le più viste dagli utenti e sono uno strumento utile per creare engagement; solo le storie più particolari metterle poi in evidenza.

Con le ultime novità introdotte le storie sono diventate di 60 secondi e possiamo introdurre al loro interno dei link per la conversione.

Mossa n. 5 I gram contano sempre di più!

I gram – il testo – in un post Instragram diventa sempre più importante e la caption può arrivare a 2200 caratteri, potendo inserire fino a 30 hashtag. E’ provato che i post lunghi aumentano l’engagement poiche quest’ultimo è direttamente proporzionale al tempo di lettura. Il testo aiuta a spiegare la foto e darle senso, arricchiamo pure con qualche hashtag senza esagerare, se opportuno geolocalizziamo la foto.

Un piccolo consiglio: le primissime parole di un post devono essere coinvolgenti e invitare a proseguire la lettura, ovvero spingere le persone a espandere il nostro contenuto. Proviamo ad aprire il post con una domanda che possa ingaggiare chi legge.

Ci vuole un po di pratica, fai del tuo meglio!

Mossa n. 6 Qualità o quantità, quale preferire?

Meglio poche cose e fatte bene! 

Foto pensate e scattate ad hoc, VERE, che raccontino la vostra organizzazione, quello che fate e come lo fate attraverso le persone che fanno parte della vostra ONP o dei loro beneficiari. Potete raccontare le esperienze dei volontari e inserire testimonianze di donatori che hanno contribuito alla vostra causa.

Lo storytelling sui social è utile ai donatori che vogliono sapere come sono impiegati i loro soldi per cui occorre tenerli informati sui risultati e soprattutto provate sempre ad impostare i contenuti nell’ottica di ridurre la distanza con loro e farli sentire al centro del progetto, devono sentirsi utili e importanti per la causa.

Ricordate di utilizzare foto di qualità e di un formato idoneo sia per smartphone che per Pc.

Vi abbiamo fornito le mosse ideali per partire con il fundraising su Instagram, è questo il nostro lavoro, quello di spiegare in modo semplice e veloce cose nuove e utili ai fundraiser alla ricerca dei contenuti giusti per la loro organizzazione e che non hanno tempo da perdere a cercare troppo sul web. 

Vogliamo farvi risparmiare ancora tempo e vi segnaliamo la guida di Instagram ufficiale, che contiene dei focus su community e creatività per sviluppare al meglio la tua brand idenity.