Lucia Carriero Nonprofitday
Storie di nonprofit

Lucia Carriero: cosa succede nel cervello umano quando sceglie di donare

Le ultime scoperte scientifiche ci hanno permesso di capire cosa accade nel cervello umano in risposta a immagini, suoni, facce, odori. E oggi è possibile misurare questi processi con algoritmi avanzati.
La ricerca nel campo delle neuroscienze infatti, mostra che alcuni circuiti neurali  (quelle reti nel nostro cervello grazie a cui ragioniamo, facciamo calcoli, riconosciamo suoni, immagini, volti, impariamo e agiamo) influenzano il nostro comportamento quando si tratta di fare un acquisto.
Ma queste scoperte valgono anche per il fundraising, infatti è possibile mappare indirizzare i processi cognitivi e le emozioni umane più profonde che spingono le persone a donare per una causa.
Ce ne parlerà Lucia Carriero al Nonprofit Day. In questa intervista Lucia si presenta e ci anticipa qualche spunto del suo lavoro.

Cosa troverai in questo articolo

Lucia Carriero e la neuroscienza applicata

Lucia Carriero è CEO di Neuroset Italia, una startup innovativa nel campo delle Neuroscienze Applicate. Lucia coordina progetti legati alla neuro-riabilitazione e alle interfacce cervello-computer.
Inoltre si dedica alla ricerca nel  consumer behavior e neuromarketing.

"Siamo una giovane startup bio-tech con la vocazione per la ricerca e l’innovazione tecnologica. La nostra idea è essenzialmente quella di portare la ricerca fuori dai laboratori e dall’università e più vicina ai bisogni reali delle aziende"

 

Dopo il brillante percorso accademico, Lucia ha messo a frutto i suoi studi sulle risposte cerebrali per brand internazionali come Volvo, Levoni e Ferrovie dello Stato.

Una delle sue passioni più grandi è studiare il modo in cui il cervello umano elabora emozioni e decisioni in contesti conflittuali.

 
Il tuo lavoro è tutta una sfida: una startup in un campo estremamente innovativo. Ci descrivi la tua storia personale e professionale? Quali sono stati e sono tutt’ora i momenti più significativi? 

Ho avuto la fortuna di lavorare al mio dottorato in neuroscienze in una delle più prestigiose e competitive istituzioni in Italia, la SISSA di Trieste.
Lì ho scoperto che amo fare ricerca, nel senso che amo poter avere una chance di rispondere alle mille domande che ho in testa.

Che cosa è che trasforma gli impulsi chimico-elettrici tra neuroni in “coscienza”?
Cosa ci rende altruisti?
Perché ridiamo alle barzellette?
Perché un bambino autistico scansiona visivamente i visi in maniera diversa e non guarda mai la regione degli occhi? Domande così.

A un certo punto, dopo aver lavorato come postdoc e ricercatore in giro per l’Europa, ho pensato che potevo metter su una startup tutta mia, in cui continuare a condurre non solo ricerca di base, ma anche ricerca applicata, e sviluppare nuove tecnologie. Alcune anche a favore di aziende e brand. Così è nata Neuroset.

 
Quali sono stati i momenti più difficili?

Un momento difficile è stato, come per molti, dover adattare i nostri protocolli di ricerca alle nuove restrizioni dovute alla pandemia.

Neuromarketing e fundraising

 
Quale tema affronterai al Nonprofit Day: ci condividi qualche curiosità in anteprima?

Penso che parlerò di fiducia e di come il cervello percepisca persone e idee come “affidabili” piuttosto che menzognere.

 
In che modo il tuo speech può essere utile ai partecipanti del Nonprofit Day?

Cercherò di sintetizzare alcuni paper sull’argomento cercando di tirare fuori strategie utili per il fundraising.

 
Un libro che ti ha lasciato tanto o ti ha insegnato qualcosa e che vorresti consigliare?

Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”, di Robert M. Pirsing.

Mi ha insegnato cosa significa “far le cose per bene”.
Farle per la manutenzione di un oggetto (mi sono innamorata del mondo “custom”, e delle Harley Davidson). Ma anche di cosa voglia dire fare le cose per bene per una persona cara. E per sé stessi.

 
Ci lasci una citazione che rappresenta (bene) il tuo lavoro e ci spieghi il perché?

Mi piace questa citazione di Woody Allen, in “Crimini e misfatti”, un film dell’89 del secolo scorso.

“È molto difficile mettere d’accordo cuore e cervello. Nel mio caso, non si rivolgono nemmeno la parola”.

Credo che rappresenti un po’ il mio lavoro perché spesso mi appassiono a un certo argomento, ad esempio quello che mi aspetto da uno studio, e mi ci lego quasi sentimentalmente.
Poi lo passo al setaccio della statistica, e quello che mi sembrava “l’idea del secolo”, non è nemmeno statisticamente significativa.

Se ripensi ai tuoi risultati e/o traguardi professionali, sono legati anche a dei cambiamenti personali? Se sì, quali?

Di indole sono uno spirito molto creativo, con tante passioni e interessi.
Come molti “multipotenziali”, mi appassiono ad ambiti lavorativi spesso lontani tra loro. E questo mi permette di mettermi alla prova, diventare brava ed abbastanza esperta in un certo settore, e poi, per non annoiarmi, di gettare il cuore in un nuovo settore per capire “come funziona” anche quello.
Col tempo ho imparato a non considerare questa mia attitudine come un problema, mi ci sto ancora adattando a dire il vero.
Ma non posso farci niente, non riesco a inquadrarmi in uno “schema professionale” immutato che mi definisca per sempre. 

Se ripensi ai tuoi risultati e/o traguardi professionali, sono legati anche a dei cambiamenti personali? Se sì, quali?

Di indole sono uno spirito molto creativo, con tante passioni e interessi.
Come molti “multipotenziali”, mi appassiono ad ambiti lavorativi spesso lontani tra loro. E questo mi permette di mettermi alla prova, diventare brava ed abbastanza esperta in un certo settore, e poi, per non annoiarmi, di gettare il cuore in un nuovo settore per capire “come funziona” anche quello.
Col tempo ho imparato a non considerare questa mia attitudine come un problema, mi ci sto ancora adattando a dire il vero.
Ma non posso farci niente, non riesco a inquadrarmi in uno “schema professionale” immutato che mi definisca per sempre. 

Anteprima Nonprofit Day

Dopo aver conosciuto meglio Lucia ti sei incuriosito delle sue ricerche e vuoi sapere di più sull’argomento?

Non perderti la sua sessione al Nonprofit day. Lucia ci parlerà di:

  • Quali sono le aree del nostro cervello coinvolte nella preferenza per una causa;
  • Quali sono i meccanismi cognitivi alla base di emozioni, motivazioni, decisioni;
  • 3 strategie (derivanti dalle neuroscienze) da applicare nella comunicazione web e social;
  • Perché il cervello ama le storie;
  • L’impatto di testimonials e ambassador sulla comunicazione;
  • L’effetto IKEA.
 
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