Paolo Gambi
Storie di nonprofit

Paolo Gambi: arte, poesia e tecnologia. Come cambia la comunicazione nel mondo digitale ?

Paolo è scrittoreautore, poeta.
E’ fondatore di Rinascimento poetico, il più importante network di poesia italiano. 
Ha pubblicato una trentina di libri.
La sua ricerca artistica ruota intorno alla parola e al suo rapporto con arte, tecnologia e comunicazione contemporanea.

 Arte e marketing vanno a braccetto ormai da più di un secolo, ma molto spesso li consideriamo due universi molto lontani. E se invece, dentro le sperimentazioni artistiche contemporanee, ci fosse qualche spunto utile per raccontare la propria mission in modo diverso?
O con strumenti diversi da quelli ‘convenzionali’?
Oppure, se l’arte potesse indicarci un nuovo target verso cui indirizzare le nostre comunicazioni?

In una bella chiacchierata, Paolo ci ha lasciato qualche anticipazione di questo affascinante argomento. Per saperne di più non perdere la sua sessione al Nonprofitday che si svolgerà online il 26, 27 e 28 ottobre 2021.

Cosa troverai in questo articolo

La poesia nel mondo digitale

Partiamo dalla tua storia, ci descrivi il tuo percorso personale e professionale? Quali sono stati i passaggi salienti?

Ho fatto il liceo classico e da lì ho iniziato a scrivere.

Poi mi sono laureato in giurisprudenza, ma intanto facevo già il giornalista.

Insomma, a 16 anni mi sono messo a servizio della parola e ci sono rimasto.
Però, quando fai il giornalista, devi stare in giacca e cravatta. Io mi sentivo a disagio, allora ho tolto la cravatta e ho iniziato a scrivere libri, saggi.
Poi mi sono tolto anche la giacca e ho iniziato a scrivere anche romanzi.

Dopo circa 30 libri, tra romanzi e saggi, anche la camicia mi stava scomoda. Così mi sono messo nudo e ho iniziato a fare poesia.

Da allora, tutto quello che scrivo tende ad avere il sapore della poesia.

Ho fondato un movimento poetico, Rinascimento poetico. È molto diffuso in Italia, ma anche all’estero. È un gruppo, un’associazione nonprofit, con cui portiamo la poesia dappertutto, eventi, festival divulgazione. Ma soprattutto facciamo molta sperimentazione.

Cosa vuol dire “fare sperimentazione con la poesia”? Ci spieghi meglio questa idea, questa intuizione?

La poesia, la parola, l’arte, non la puoi fermare.

Ti faccio un esempio concreto, la NFT -Non Fungible Token- Poetry. Una strada davvero sperimentale della poesia,

Il mondo dell’arte è diventato digitale. Si sta spostando nella dematerializzazione. Perciò sfruttando il concetto di blockchain e cripto valute, abbiamo portato la poesia in questo circuito.
Il concetto di NFT Poetry, è infatti proprio quello di poesie certificate e acquistabili in cripto valute.

In poche parole, sono file garantiti, protetti, irreplicabili che si vendono su diverse piattaforme e girano davvero moltissimo. Questo per me racconta un nuovo mondo.

Un altro esempio di sperimentazione per me è il Bodypainting Poetry.

È una performance che ho iniziato a fare questa estate in una spiaggia naturista.
La gente viene da me, parliamo e da questa chiacchierata io tiro fuori da loro dei versi, della poesia. Poi gliela scrivo sul corpo e facciamo video, foto, immagini che passano all’online e vengono vendute come arte digitale.

Insomma, dalla preistoria del corpo nudo, agli avatar del metaverso.

Praticamente unisci un concetto arcaico come la poesia a delle tecnologie e delle pratiche estremamente contemporanee. Che cosa significa per te la narrazione oggi? 

La poesia è la narrazione universale. Perciò se da un lato cerco di esplorare il futuro, essere pioniere, dall’altro voglio radicare la narrazione in qualunque spazio possibile.

Ogni spazio è buono per una buona narrazione. Noi pensiamo che una storia debba essere contenuta in un libro, in una pagina. Secondo me, chi pensa questo, deve fare un passo avanti.

Le parole cercano nuovi spazi per raccontarsi. Chi ha una storia da raccontare al giorno d’oggi deve anche trovare lo spazio che possa contenerla. Molti spazi sono nuovi, da trovare, da costruire, da inventare. La mia bodypainting è un esempio.

Ci sono spazi che noi non immaginiamo che possono contenere storie.

Chi l’ha detto che la schiena di una signora non possa essere uno spazio per far parlare della mia organizzazione?

E tramite l’uso dei social, questa nuova comunicazione, questi nuovi spazi, possono accedere a una diffusione enorme.

Nuovi spazi, nuovi messaggi

Quale tema affronterai al Nonprofit Day: ci condividi qualche curiosità in anteprima? In che modo il tuo speech può essere utile ai partecipanti del Nonprofit Day?

Vorrei trasmettere a chi verrà ad ascoltarmi la necessità di trovare nuovi spazi per la narrazione. Vorrei dare degli stimoli e aprire un dibattito sul fatto che, anche se non è scontato o banale, esistono modi nuovi per raccontare le proprie storie.

E attenzione, non si tratta solo di un concetto artistico, ma anche pubblicitario.
Non sto inventando niente, l’arte e la pubblicità vivono in modo simbiotico dai tempi di Gabriele D’Annunzio.

L’arte è pionieristica, arriva prima, perciò guardare quello che succede nel mondo dell’arte, significa pensare al futuro.

Voglio che i partecipanti escano dal mio speech con la sensazione che possano trovare uno spazio e un linguaggio innovativi per costruire la propria comunicazione.

L’argomento effettivamente è pionieristico, per il nonprofit direi quasi fantascientifico. Se fossi un fundraiser e volessi approcciare questo argomento con il tuo responsabile, cosa gli diresti?

Gli farei vedere i risultati che quello strumento comunicativo ha avuto.
Ci sono dati, per esempio, che dimostrano quanto fermento ci sia attorno a questi nuovi prodotti di poesia digitale. Sia dal punto di vista di follower e dibattito, sia dal punto di vista monetario.

Come dicevo prima, l’arte fa da pioniere. Se una cosa sta funzionando nel mondo artistico, perché non dovrebbe funzionare anche per un’organizzazione?

Se c’è un mercato di persone disposte a pagare 5 mila euro, forse di più, per comprare un file in rete con un breve testo -una poesia- pagandolo in cripto valute, allora forse ci sono altre strade oltre, ad esempio, l’acquisto di uno spazio su un giornale o la diffusione di un volantino. 

Ci fai un esempio concreto? Qual è una fonte autorevole online su cui farsi un’idea di queste esperienze artistiche?

Il più grande mercato di NFC è opensea.io.

Non è solo un portale, per me è la testimonianza dell’esperienza incredibile di dove il mondo stia andando.
L’autorevolezza in internet la fanno i numeri e Opensea è la piattaforma più visitata.

Per farti capire l’ordine di grandezza, un prodotto digitale di NFT Poetry: i criptopunks. Si tratta di file da 24pxX24px con omini, faccine che ripercorrono la storia del punk londinese. Ce ne sono 10.000 su opensea e sono stati venduti per 1 miliardo di euro. Capisci di che cifre stiamo parlando?

Chi è il target di persone che seguono questo fermento digitale?

Gli studi sono ancora agli albori, tutti stiamo aspettando di capire molte cose.
Io posso darti i dati legati alla mia esperienza personale. Sono certamente dati parziali, ma fotografa l’idea che mi sono fatto sui clienti che comprano le mie opere sulla piattaforma.

In generale, si tratta di persone con un buon livello di istruzione, con disponibilità economica alta e di età tra 20/30 anni. Ovviamente sono detentori di cripto valute, perché è solo con questa moneta che si accede a questo mercato, e questo ci da l’informazione che siano anche persone con una competenza digitale alta e un interesse verso le novità e la sperimentazione.

Il concetto di charity è già entrato in questo mercato?

Sì, mi è capitato di vedere qualche esperienza in cui un’opera venisse legata all’idea che una parte dell’acquisto sarebbe andato a un ente benefico. Però si tratta di una fase ancora rudimentale dello strumento, si potrebbero inventare molte situazioni interessanti.
Anche perché è un mondo dove gira molto denaro. Inoltre le opere spesso si vendono tramite aste, e il mondo dell’asta è da tempo legato a quello della raccolta fondi.

Per salutarci, ci consigli un libro che dovremmo assolutamente leggere?

Forse può sembrare strano che uno scrittore, che ha scritto 30, libri dica questa cosa, ma per me l’era della carta è finita. Consiglierei altri strumenti di arricchimento culturale. Strumenti digitali ovviamente.
Ma se proprio dobbiamo scegliere un testo, direi “Il medium è il messaggio” o “La galassia Gutenberg” di McLuhan.
Si tratta di due testi degli anni’60, eppure l’autore aveva già capito tutto: se cambi il mezzo di comunicazione devi cambiare, adattare il tuo linguaggio.

Anteprima Nonprofit Day

Un romanzo, una pubblicità e un post sui social hanno qualcosa in comune: sono narrazioni. Ognuno di noi ha l’ambizione di raccontare una storia.
Ma ogni narrazione può essere efficace o poco convincente. Tutto dipende dalla sua capacità di creare una “domanda drammaturgica principale” e di porla nel modo giusto.

In questa sessione Paolo, scrittore e poeta di lungo corso, ti spiegherà come costruire una narrazione efficace per raccontare la realtà della tua nonprofit e i vostri progetti.

Inoltre, prendendo spunto dalle tendenze artistiche contemporanee, darà spunti su come trovare nuovi spazi, nuovi modi e nuovi linguaggi per farlo. 

Lo farà attingendo a teorie e tecniche della scrittura creativa, che stanno alla base di uno storytelling vincente!