Molti anni fa, Jeff Brooks, fundraiser presso Future Fundraising Now, suggerì ad un cliente di pensare ad un mailing come se fosse un telegramma.
Perché diede questo suggerimento? Perché, guardando nel database dei donatori dell’organizzazione nonprofit per cui svolgeva una consulenza, Jeff verificò che c’era un numero sufficiente di persone di una certa età che sicuramente sapevano cosa fosse un telegramma e lo avrebbero associato ad un messaggio urgente ed importante per cui avrebbero aperto la busta.
L’età media dei donatori negli USA è infatti di 69 anni, un’età decisamente superiore a quella di molti fundraiser, motivo per cui nel pianificare un mailing bisogna sempre ragionare non come un giovane fundraiser a cui piacciono i mailing moderni, ricchi di colori, gadget e teaser, ma è necessario adottare un approccio più vicino all’età media dei donatori e ai gusti di quella fascia di età.
Questo tipo di donatore, vedendo un mailing che può ricordargli la sua gioventù, sarà più interessato ad interagire con esso. Inoltre, dobbiamo considerare che molti mailing sono “standard” nel senso che si somigliano l’un l’altro come impostazione, ci vuole qualcosa che colpisca la vista. Dunque perché non impostare graficamente un mailing come se fosse un telegramma?
Inoltre, nel caso del telegramma, bisogna considerare anche che:
- è più leggibile: le dimensioni del font utilizzato sono più grandi di quelli normalmente usati;
- è più scannerizzabile dall’occhio umano: sappiamo benissimo che noi non leggiamo il mailing, ma lo scannerizziamo con l’occhio per trovare informazioni che ci interessano o incuriosiscono (Fonte).