come cambia il lavoro del fundraiser
Trend del Terzo Settore

Come cambia il lavoro del fundraiser? Scopri i trend più importanti del fundraising

Come cambia il lavoro del fundraiser?

Questa professione sta per entrare nel periodo più affascinante e difficile della sua storia.

I professionisti della raccolta fondi hanno alla loro portata l’opportunità di decidere se limitarsi a svolgere degli incarichi e realizzarsi nella propria carriera. Oppure operare nel quadro di una vera e propria professione.


Nei prossimi anni, si assisterà ai seguenti trend:

  1. un imponente trasferimento di ricchezza tra generazioni;
  2. un aumento nel numero delle grandi donazioni in grado di mutare il volto delle organizzazioni nonprofit;
  3. una maggiore richiesta di affidabilità e prevedibilità dei risultati;
  4. una crescita delle aspettative riposte dai donatori nei confronti dell’investimento sociale;
  5. una progressiva diminuzione del ruolo del settore pubblico nei suoi compiti tradizionali, con conseguenti pressioni sul Terzo Settore;
  6. una crescente intrusione di uno strumento “spersonalizzato” come web all’interno di modalità di raccolta fondi tradizionalmente assai personalizzate;
  7. profondi cambiamenti demografici con ripercussioni sull’economia.

Tutti questi mutamenti avranno un impatto immediato e diretto sui fundraiser e sulle organizzazioni del Terzo Settore.

Nuove modalità per il futuro

Nello stabilire l’agenda per il futuro, occorre risolvere alcuni nodi problematici di base, decidendo di operare secondo nuove modalità.

La soluzione di questi problemi va raggiunta in tempi brevi, dal momento che il Terzo Settore è sempre più soggetto all’esame critico del pubblico e quindi assai più vulnerabile che in passato.

• Modernizzare senza dimenticare l’etica

Innanzitutto, nell’intraprendere uno sforzo di modernizzazione, non bisogna sottrarsi ai principi di fundraising che hanno finora resistito alla prova del tempo. Occorre quindi impegnarsi a non sottovalutare le fasi di individuazione, sensibilizzazione, sollecitazione e amministrazione etica nei confronti dei donatori.

La passione è sempre attuale quando si fa fundraising, e alle fasi tradizionali occorre aggiungere una maggiore consapevolezza dell’esigenza di affidabilità e prevedibilità dei risultati.

• Rendicontare senza manipolare

Nel perseguire l’obiettivo dell’accountability, i fundraiser devono inoltre assicurarsi di fare buon uso dei nuovi strumenti di comunicazione, per migliorare i collegamenti con i donatori, evitando qualunque forma di manipolazione.

• Mantenere rapporti con i donatori

Per svolgere previsioni accurate, esistono poi alcuni strumenti di marketing di uso comune nel settore profit. Tuttavia, il fundraiser non deve mai perdere di vista l’importanza di stabilire e mantenere i rapporti con i donatori avvalendosi principalmente dei volontari.

• Formazione mirata

È inoltre vitale promuovere una formazione mirata che corrisponda alle esigenze di ciascun fundraiser. Non esistono soluzioni valide per tutti, e ogni professione crea spazi e occasioni per persone che si trovano in varie fasi del loro sviluppo professionale.

• Coltivare la leadership

Oltre alla formazione finalizzata allo svolgimento degli incarichi caratteristici del fundraising, si avverte anche il bisogno di maggiori opportunità per lo sviluppo della leadership. Anche i programmi universitari dovrebbero adeguarsi, dando più spazio all’esperienza degli addetti ai lavori.

Un passaggio di consegne generazionale

Per migliorare la preparazione dei fundraiser delle nuove generazioni, è quindi auspicabile una più forte sinergia tra studiosi e professionisti, coinvolgendo anche questi ultimi nell’attività di insegnamento.

Strategie quali l’ausilio di un collega più esperto e la formazione di una rete solidale tra colleghi andrebbero legittimate come esperienze formative valide e realizzabili.
Tutti i professionisti del fundraising, con meno di cinque anni di esperienza, dovrebbero vedersi riconosciuto il diritto di poter essere seguiti da un collega con almeno dieci anni di esperienza. E, viceversa, i fundraiser con più di dieci anni di esperienza lavorativa dovrebbero assumersi l’obbligo di fungere da tutor per i colleghi più giovani. La professione dovrebbe infatti porsi con maggiore decisione l’obiettivo di formare essa stessa i suoi membri.

Conclusioni

Quando il Terzo Settore riuscirà ad affidare le attività di fundraising alle persone più motivate, consentendo loro di operare all’interno di organizzazioni nonprofit che mettono gli obiettivi strategici in testa alle priorità del fundraising, e quando le campagne di raccolta saranno in grado di offrire ai donatori previsioni ragionevoli sui risultati, solo allora si potrà avere la sicurezza che il fundraising abbia finalmente raggiunto lo status di professione.

Ai fundraiser viene offerta l’opportunità importante di contribuire alla costruzione di tale professione, dando motivo di orgoglio alle organizzazioni nonprofit e ai donatori.

Valerio Melandri