Paola Mattei sul numero di Vita del 18 luglio 2008 ha riportato alcuni dati allarmanti sul FUNDRAISING CULTURALE e specialmente sulle donazioni delle aziende private alla cultura.
Nel 2006 le donazioni di imprese private ad iniziative culturali è stata di 30 milioni di euro con un calo di 2 milioni rispetto al 2005. Considerano che secondo la legge 342 del 2000 vige la piena deduciilità dal reddito d’impresa dei contributi erogati all’arte e allo spettacolo non è questo un grande risultato.
C’è una soluzione a tutto questo? Forse gli USA ci possono insegnare a come rendere istituzioni culturali, solitamente vicini ad un pubblico adulto, maggiormente attraenti per un pubblico più giovanee più funzionali ed interattive con i loro principali utenti.
Qualche settimana fa la New York Philharmonic durante un concerto all’aperto (61.000 presenze) al Central Park di New York ha chiesto al pubblico di votare via sms quale volessero che fosse la musica che concludesse quel concerto, le opzioni erano due:
- Jimi Hendrix-Â “Purple Haze”
- Rimsky-Korsakov – “Flight of the Bumblebee
Ha vinto la prima opzione (74% dei voti) e l’orchesta ha suonato quello che il pubblico in quel momento desiderava. Ma questa orchestra non si limita ad usare il telefono cellulare per questo genere di coinvolgimento ma fa anche:
- raccolta fondi vendendo suonerie di famose arie classiche per cellulare sul proprio sito (vedi qui)
- possibilità di ricevere via sms aggiornamenti sulla realizzazione delle serate all’aperto (ad esempio: se piove se e dove si terrà il concerto o quando verrà rimandato)
Inoltre questa orchestra utilizza Flickr per condividere foto dei suoi eventi.
E in Italia? Ci sono esempi simili? O la cultura è ancora divisa fra cultura classica e cultura alternativa? Non è forse giusto iniziare a rendere più vicine ai futuri donatori certe istituzioni? Il Teatro alla Scala di Milano ad esempio ha creato il sito Scala Giovani, peccato che sia fermo alla stagione 2006/07!!!
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