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Come coinvolgere i volontari: l’esperienza dell’Emporio Sociale di Modena

Vuoi scoprire come coinvolgere al meglio i tuoi volontari? Laura Lugli ci porta la sua esperienza nella getsione dei volontari,  attraverso l’esperienza concreta ed operativa dell’Emporio Sociale di Modena.

1) Al Festival porterete l’esperienza dell’Emporio Sociale di Modena, ci racconta cos’è l’Emporio Sociale e come è nato?

Portobello è un progetto nato dalla volontà di 25 associazioni del territorio modenese per dare una risposta concreta alle famiglie in difficoltà. Il progetto si rivolge ai nuovi poveri, emersi dalla recente crisi economica. L’Emporio offre loro un servizio di breve durata (le famiglie possono accedere per un massimo di 6 mesi), ma articolato su più aree di azione per favorire una ripresa dal momento temporaneo di difficoltà.

All’interno dell’Emporio, che grazie agli arredi donati da Conad è a tutti gli effetti un supermercato, le famiglie possono trovare beni alimentari e di prima necessità. I prodotti non vengono pagati in euro, ma con punti legati al codice fiscale e assegnati dai Servizi Sociali rispetto all’indice ISEE e al numero di componenti del nucleo familiare.

Portobello non è solo un market, oltre al potere di acquisto, le famiglie ricevono dalle organizzazioni partner coinvolte nel progetto anche servizi di consulenza gratuita sulla gestione del bilancio familiare, delle utenze domestiche e informazioni relative a problemi sul lavoro.

Portobello si è dimostrato un progetto innovativo perché costituisce una risorsa aggiuntiva sul territorio, che  s’integra a quanto già le associazioni fanno per aiutare gli indigenti. Si sostiene grazie al volontariato, alla generosità dei privati, cittadini e aziende, e alle sue attività di foodraising e fundraising.

2) Ci anticipa qualche dato (ma non ci dica tutte per non svelare le sorprese per il festival) del successo di tale iniziativa? Volontaricoinvolti ad esempio.

Vi posso dire che ad oggi sono 140 i volontari coinvolti, di cui 80 sono anche beneficiari del supermercato.

3) Quali sono secondo lei le difficoltà maggiori nel fare people raising in Italia? Esiste una cultura nelle organizzazioni di volontariato di gestione “professionale” dei volontari?

Le organizzazioni di volontariato tendono a dare la colpa della difficoltà a coinvolgere volontari all’esterno dell’organizzazione. La scarsa attrattività al contrario dipende dalla capacità dell’organizzazione di essere accogliente e di raccontare la propria mission in modo corretto. Non tutte le organizzazioni fanno qualcosa di nuovo per condividere i valori e la propria mission con l’esterno.

Generalizzando credo che per le organizzazioni le difficoltà maggiori siano due: l’aspettativa di poter gestire i volontari come personale retribuito a costo zero e il tabù di non poter selezionare i volontari e non poter applicare nessuna misura organizzativa di gestione delle risorse umane perché “tanto sono volontari” oppure “sono volontari e non gli si può dire di no”

4) Perchè un partecipante del Festival dovrebbe venire alla vostra sessione? Con poche parole, ci convinca a venire ad ascoltare questo interessante caso.

Attraverso il racconto della nostra esperienza, vorrei poter fornire ad altre organizzazioni alcuni strumenti utili per attrarre volontari e mantenerli coinvolti in un progetto. Spesso le organizzazioni si sentono schiacciate dal tempo e dalle cose da fare e faticano ad investire energie nella cura delle relazioni. Speriamo che questo raccontano possa dare spunti nuovi e idee utili per poter approcciare il problema da una prospettiva diversa.