Intervistiamo oggi Guya Raco, collaboratrice di Ergon, che ci parla della sua esperienza come consulente in fundraising
Francesco – Da quanti anni lavori nel fundraising?
Guya – Da 3 anni
Francesco – Perchè sei entrata in questa professione?
Guya – Dopo alcuni corsi ed esperienze “fai da te” ho capito che era il mio lavoro, l’unico che appagava la mia curiosità e voglia di incontrare persone e realtà diverse, e l’unico in grado di ri-mettermi sempre in gioco
Francesco – Secondo te quale è stato il più grande cambiamento nella professione di fundraiser da quanto hai iniziato la tua carriera?
Guya – Ora se ne parla molto di più e faccio meno fatica a spiegare che lavoro faccio. C’è comunque ancora molta confusione.
Francesco – “Qual è la tua preoccupazione riguardo la professione di fundraiser?
Guya – Da quando ho deciso che rinnovarsi e mettersi in gioco è un vantaggio non ho grosse preoccupazioni, anche se è una professione in continua evoluzione. Forse la stabilità economica, essendo libera professionista.
Francesco – Secondo te i donatori sono differenti oggi rispetto a quando hai iniziato la tua professione?
Guya – non ho così tanta esperienza: mi sembra che siano più attenti e si tengano maggiormente informati, più consapevoli.
Francesco – Cosa vorresti fare meglio di quello che fai ora?
Guya – Un sacco di cose, ma mi dico che ho tempo. In particolare vorrei saper comunicare meglio ed in alcuni casi essere meno razionale
Francesco – Qual è il tuo motto?
Guya – Da quando un amico fundraiser me lo ha fatto leggere questo: Cominciate a fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile,e all’improvviso vi troverete a fare l’impossibile. (S. Francesco)
Francesco – Che cosa avresti voluto sapere quanto eri agli inizi della tua carriera e ti sarebbe servito?
Guya – onestamente mi sento ancora agli inizi, e finora ho buoni maestri ed imparo strada facendo
Francesco – Qual è la tua qualità migliore e come ti ha aiutato nella carriera?
Guya – Sono curiosa e testarda e difficilmente mi arrendo, inoltre mi piace “mettere ordine” in quello che faccio e quindi la pianificazione mi è “spontanea”. Tutto quello che ho costruito fino ad oggi è perché non mi sono mai fermata.
Francesco – Se tu potessi ricominciare la tua carriera, che cosa faresti di differente?
Guya – Nulla, forse inizierei prima.
Francesco – Che cosa desideri fare in futuro nella tua professione che non hai ancora fatto?
Guya – Lavorare per un periodo all’interno di una organizzazione nonprofit conosciuta a livello nazionale, per vedere com’è la loro quotidianità. E poi vorrei “vedere” una fondazione bancaria
Francesco – Chi o che cosa ti ha influenzato di più nella tua vita?
Guya- Non ho un elenco preciso, tutte le persone incontrate e le esperienze fatte. Soprattutto gli incontri umani avuti negli ultimi anni. E poi mio padre che fin da piccola, nei momenti di difficoltà, ma che sapeva avrei superato e risolto, mi diceva “arrangiati, trova la tua soluzione e se proprio non ce la fai ne riparliamo”, è così che sono diventata autonoma, a volte credo anche troppo, e che ho un forte senso di responsabilità.
Francesco – Che cosa ti fa stare sveglia la notte?
Guya – Fortunatamente per ora dormo. A volte il pensiero che dalle mie azioni dipende l’operato di altre persone, il senso di responsabilità: mi affeziono alle organizzazioni, alle persone.
Francesco – Qual è la tua figura storica preferita?
Guya – Leonardo Da Vinci, scienziato, filosofo, letterato, artista, inventore. Insomma uno che non ha mai smesso di credere nella propria curiosità e potenzialità, e soprattutto che non ha mai smesso di sperimentare.
Francesco – Descrivi il tuo giorno perfetto o preferito
Guya – Tutti quelli in cui mi sento utile per gli enti e le persone con cui sono in contatto, e soprattutto quando sento che il mio lavoro aiuta a sviluppare i loro progetti, e li vedo realizzati.