Donare alle organizzazioni nonprofit è divertente come il…sesso.
Sembra una strana conclusione ma è quella a cui sono giunti i ricercatori del National Institues of Health. In pratica si è dimostrato che quando una persona pensa all’atto della donazione si attivano parti del cervello che normalmente sono associate a piaceri come il mangiare o il sesso.
Dunque pare che i piaceri della vita siano tre: MANGIARE, IL SESSO E DONARE.
Lo studio (che puoi leggere cliccando qui) sostiene che, come esseri umani, nasciamo con dei bisogni primari che non ci permettono di essere del tutto egoisti (ovvero dipendiamo da altri per soddisfare tali bisogni) e che la generosità verso gli altri ha una forte implicazione nel farci sentire “bene”.
Altra scoperta è che le parti del cervello che solitamente si attivano quando si decide di donare oppure quando si riceve una ricompensa in denaro sono le medesime parti che si mettono in moto quando una persona sente di ricevere un’utilità diretta dall’aver alleviato la sofferenza di un’altra persona, che sia attraverso una donazione di denaro o la prestazione volontaria.
Donare dunque fa bene: ma non solo questo, la ricerca dimostra che le persone arrivano a sacrificare dei benefit materiali (il tempo, i soldi) per favorire delle cause sociali che “stanno a cuore” ovvero che si rifanno a personali modi di pensare, ideologie, credenze religiosi, modi di vita.
Cosa significa tutto ciò per i fundraiser? Forse questa è una ulteriore conferma di come sia sempre necessario associare la richiesta di una donazione precisa [€15, €50, €100] ad un’azione positiva che l’organizzazione nonprofit potrà compiere grazie a questa donazione. Esempio: con la tua donazione di €15 potrai comprare 10 taniche per l’acqua potabile per il villaggio xy. Grazie all’acqua potabile il villaggio vedrà calare sensibilmente le infezioni e malattie derivanti dall’uso di acqua non potabile nella cottura di cibi e nell’alimentazione in genere.
Cliccando qui puoi scaricare gli esiti della ricerca
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