Tecniche di Fundraising

Il fundraiser segugio: l’olfatto come fattore di raccolta fondi

Perché non fare fundraising attraverso gli odori?

Passando davanti ad un panificio la mattina presto da cosa venite catturati? Immagino da quel profumo inconfondibile di pane appena sfornato. E immediatamente dopo venite pervasi da un irrefrenabile desiderio di acquistarne un pezzo croccante ancora fumante.
Avreste avuto la stessa reazione se invece che sentire il profumo aveste visto un manifesto sulla vetrina con scritto: “Panificio XY, ogni mattina sforniamo per te il più croccante pane di Milano. Affrettati. Un panino ancora caldo ti sta aspettando!”.

Ma perché ci ostiniamo a comunicare, anche nel non profit, ancora solo attraverso la vista e l’udito, veicolando prevalentemente parole e testi? Perché non coinvolgiamo anche gli altri tre sensi? Ad esempio è stato scoperto che gli odori giocano un ruolo importante nei processi di decisione.

Sono in grado di far riemergere ricordi del passato, esperienze vissute e soprattutto attivano delle emozioni. Lo studio di Liljenquist, Zhong e Galinsky ≪The Smell of Virtue: Clean Scents Promote Reciprocity and Charity≫ (pubblicato su Psychological Science March 2010 vol. 21 no. 3 381-383) ha evidenziato come gli odori siano in grado di influenzare e favorire comportamenti virtuosi di generosità e sostegno di una buona causa. In particolare dei soggetti esposti al profumo di limone hanno dimostrato maggiore propensione a svolgere attività di volontariato e sostegno economico di una organizzazione.

Ma quindi le organizzazioni non profit come possono sfruttare gli odori?

Ecco tre esempi:

  • già alcune onp mandano a casa dei gadget, solitamente segnalibri, profumati. In questo caso attenzione perché un altro studio (Mitchell, Kahn e Knasko 1995) ha evidenziato che se gli odori non sono coerenti con gli altri stimoli, l’effetto è opposto.
  • durante le visite alle vostre attività, non cercate di “mascherare” gli odori, soprattutto quelli spiacevoli ma che sono parte della realtà in cui operate. Lasciate che vadano a contribuire alla costruzione del ricordo. Ricordatevi che la memoria associata agli odori è molto più efficace di quelle associata alla vista.
  • alcune realtà, sopratutto quelle in campo sanitario, utilizzano gli odori come strumento di cura, ad esempio attraverso percorsi multisensoriali. Perché non farli provare direttamente ai visitatori, bendati in modo da escludere la vista che solitamente tende a prevaricare sugli altri sensi? Sono sicuro sarà un esperienza indimenticabile. Ma se il contatto con il donatore o potenziale tale, come molto spesso accade, avviene a distanza come possiamo fare? Nel prossimo articolo andremo ad analizzare una possibile soluzione.