Trend del Terzo Settore

Il fundraising entra negli spogliatoi

WaterAid ha lanciato un’innovativa  campagna di fundraising, denominata «Hope Locker». L’obiettivo?
Ottenere piccoli contributi e allargare il database dei propri donatori. Si tratta di un display video da applicare agli armadietti degli spogliatoi delle piscine.

C’è uno schermo touch in ogni armadietto: per utilizzarli bisogna mettere una sterlina, come nei carrelli della spesa al supermercato. Dopo aver nuotato, per riaprire l’armadietto, appare la scritta «Hai per caso bevuto acqua della piscina?», e subito dopo la frase: «Non preoccuparti: non c’è niente in questa piscina che ti potrebbe uccidere».

Dopodiché, WaterAid va un po’ all’attacco. E nella schermata seguente appare qualcosa tipo «per ogni minuto che sei stato in piscina, un bambino è morto a causa dell’acqua inquinata»… Forte, eh? Per uno come me che va in piscina almeno 3-4 volte a settimana, è un messaggio difficile da dimenticare.

L’idea è bella. Anche provocatoria e originale. Mi sembra una buona applicazione del “marketing esperienziale”. Tra l’altro, dopo l’esercizio fisico, una persona è forse più attenta. È mezza nuda, quindi leggermente più vulnerabile, empatica, umana.

Il problema, forse, è che dopo un primo effetto “novità” la cosa potrebbe passare di moda e stabilizzarsi su livelli molto bassi, ma è il fatto di aver “osato innovare” che mi piace. Tra l’altro, con il costo di queste tecnologie in calo, si tratta di un esempio importante che potrebbe essere ben presto seguito da più nonprofit.

Ecco il video della campagna: