Perché la generosità è alla base del sistema sociale?
Inizia così, con una domanda aperta, la recensione di questo libro, che considero uno tra i più illuminanti letti recentemente sul tema del dono e della generosità come chiave interpretativa della struttura sociale.
E’ una lettura complessa ma appassionante.
Parte dal concetto del dono come appartenenza interpersonale e comunitaria che amplifica e cambia l’identità soggettiva. Affronta le dinamiche della generosità da un punto di vista concettuale, l’apertura disinteressata del bambino nei confronti del mondo è l’immagine che rende appieno l’idea. Per poi declinarle da un punto di vista sociale, come esperienza e come possibilità futura di un nuovo modo di stare insieme.
La generosità come creatività e immaginazione di un futuro possibile condiviso. E’ un concetto che va al di là della considerazione del mero aspetto morale connesso al dono e che, invece, pone l’accento sulla sua capacità di generare reticoli di parti connesse entro una rete significante di atti o di simboli.
Quello che, cioè, appare preminente è la possibilità di produrre connessioni a livello di reti sociali. Il dono, in tal senso, è l’espressione dell’inclusione dell’altro all’interno della mia immaginazione.
Si rende così possibile quella relazione di cura reciproca che all’interno di una società genera uguaglianza.
Il ruolo delle istituzioni
E’ così possibile distinguere:
- il ruolo dello Stato – redistributivo di beni comuni, in cui il welfare pubblico si configura non come dono ma vera e propria missione etica dello Stato
- il mercato – la produzione del profitto, quello della filantropia – esperienza etica espressione della società civile basata sulla generosità, produttrice di innovazione e sperimentazione sociale.
Particolarmente interessante, per chiunque si occupi di nonprofit, di fundraising, in generale di impresa sociale, gli spunti sul ruolo che la nuova filantropia dovrebbe avere come motore di progresso sociale e inclusione. Vero e proprio produttore di impulsi diretti al miglioramento delle condizioni sociali, in attuazione di quel diritto universale alla felicità che giustifica la stessa esistenza della filantropia.
Gli autori propongono dieci spunti che per la nuova filantropia, In modo che sia in grado di affrontare le sfide che l’attualità pone per uno sviluppo che restituisca un senso allo stare insieme.
Appare quindi evidente la complementarietà tra Stato, mercato e filantropia, come modalità di interazione tesa a costruire e ricostruire un sentire comune diretto all’uguaglianza e alla felicità.
La generosità organizzata
E’ un volume di cui consiglio la lettura a chiunque sia interessato ad approfondire l’analisi dell’attualità e del ruolo che il dono e la filantropia come generosità organizzata e istituzionalizzata possono/dovrebbero avere nella promozione di un nuovo modello di società, che recuperi le identità in funzione inclusiva e rigeneri le connessioni tra le diverse parti che la compongono per un progresso che – davvero – sia di tutti.
Utopia? Forse, ma da più parti la direzione che le politiche stanno prendendo è proprio questa, segno evidente di uno stacco rispetto alla logica iper-individualista che ha connotato gli anni passati e evidenza del recupero di una fiducia condivisa che generi un cambio di paradigma tanto auspicabile quanto necessario.
Titolo: La società generosa
Autori Pier Mario Vello, Martina Reolon
Editore: Apogeo, collana VITA/Feltrinelli
Pagine: 254
Edizione: 2014
Prezzo: € 12,00
Recensione di Simona Biancu www.engagedin.net