Storie di nonprofit

Solo cose belle, raccontare una storia con allegria e leggerezza

Valerio Melandri incontra Kristian Gianfreda, regista del film Solo cose Belle. Tra le chiacchiere e le curiosità di come nasce il film esce un grande insegnamento per il nonprofit. Come si racconta una storia?

Solo cose belle è un film che, attraverso l’esperienza dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, parla dell’attenzione per gli altri e del rispetto della diversità. L’Associazione Papa Giovanni XXIII, diffusa su tutto il territorio nazionale e internazionale, è nota per il suo impegno a favore degli ultimi e degli emarginati, accolti all’interno di tante piccole casa-famiglia. Delle vere e proprie famiglie pronte ad accogliere bambini, disabili, persone sole e abbandonate, anziani e chiunque necessiti di essere accolto e amato.

La produzione del film è attenta e rispettosa nei confronti di storie, situazioni e persone in difficoltà. Solo cose belle infatti, racconta la disabilità e la difficoltà sociale, sempre però con allegria, leggerezza e tanta poesia.

Come nasce una storia?

È la domanda che ripercorre l’incontro tra Valerio e Kristian.

“Un film nasce dopo molti passaggi. Da un’idea di mezza pagina, a un soggetto di 10 pagine. A una sceneggiatura di 80. Passando per la produzione e per il regista, per numerosi confronti e -anche- scontri! – racconta il regista –  Quello che conta è essere sempre ancorato alla tua idea di partenza. Non devi mai perdere di vista l’obiettivo finale. E per me era chiaro. Volevo raccontare la storia di una casa-famiglia senza pietà. Con leggerezza e allegria.  Ho l’immagine di me che, con un pennarello rosso, cancello tutto quello che mi sembra superfluo o fuori tema rispetto alla mia idea.

Kristian sottolinea come per fare la regia di un film sia necessario avere le idee chiare sul risultato finale. Ogni dettaglio deve convergere verso un’idea unica, oppure lo spettatore si sentirà trasportare in troppe direzioni diverse. Solo cose belle trasmette leggerezza, poesia, allegria, ironia in ogni dettaglio del film.

Uno storytelling positivo. E’ possibile?

Solo cose belle permette allo spettatore di vedere negli altri tutto il bello che c’è dietro alle sofferenze e alle difficoltà. L’importante però è cercare di essere sempre positivi, propositivi e costruttivi, e di riuscire a trovare in tutto ciò che facciamo il lato bello, quello migliore.

Solo cose belle può essere di grande ispirazione al nonprofit. Ci testimonia un nuovo modo di impostare uno storytelling delle differenze e della lotta contro l’emarginazione. Ma non solo, il film va ancora oltre, fino ad arrivare alla bellezza che possiamo trovare una volta superata la paura della diversità. Specialmente in un momento storico e politico come quello che stiamo vivendo.

Non dovremmo imparare a trasmettere un po’ questo messaggio anche ai nostri donatori?