Tecniche di Fundraising

Un fundraising a fumetti

“Lascia perdere quel fumetto, e comincia a dedicarti a cose più serie!”

Molti di noi da piccoli si sono sentiti ripetere più volta questa frase, da genitore, parenti o insegnanti. Eppure per noi erano cose più che serie; come avrebbe fatto l’eroe di turno a salvare il mondo anche questa volta?
Ora che siamo grandi però, possiamo renderci conto che i nostri eroi si danno davvero da fare per salvare il mondo; e non soltanto sulla carta…

I rapporti tra nonprofit e fumetti

Non è un binomio recente; pensiamo ad esempio all’impegno di Superman e Unicef per il problema delle mine in Bosnia e Herzegovina nel 1996.
Se guardiamo a tempi più recenti invece, è di fine 2007 l’annuncio che la Marvel (casa editrice dell’Uomo Ragno) e ancora Unicef avrebbero prodotto una serie da distribuire nelle scuole nella quale i supereroi collaborano con i caschi blu, mentre la Federazione di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC) ha addirittura fatto realizzare da un importante autore, Moebius, un fumetto sulla propria storia.

Anche in Italia le “nuvole parlanti” si danno un gran da fare.

La Sergio Bonelli Editore, una delle più importanti case editrici del settore (Tex, Dylan Dog, Martin Mystère,…) ha spesso prestato i proprio personaggi per campagne sociali.
La prima collaborazione con il mondo nonprofit risale addirittura al 1976, quando sulle pagine di Tex si promuovevano le iscrizioni alla LIPU. La storia è poi proseguita con molte altre campagne, da quelle sull’HIV con protagonista Dylan Dog fino alla più recente “Dimmi di più”, nella quale assieme ai Medici Senza Frontiere si chiedeva un impegno maggiore dei mass media nel dare spazio ai problemi che affliggono gli abitanti più sfortunati del nostro pianeta.

Incredibile ma vero, anche i cattivi dei fumetti danno il loro aiuto nel mondo reale. Capita così che Diabolik,di cui tutti abbiamo letto almeno una volta le peripezie automobilistiche con la sua mitica Jaguar, d’estate lanci dalle sue pagine avvertimenti per la sicurezza stradale, con slogan quali “la distrazione può essere più pericolosa della polizia”; cari adulti alla guida, se lo dice lui c’è da crederci, no?

Coinvolgere i giovani

Spesso però i fumetti vengono (erroneamente) ritenuti una forma di intrattenimento per bambini. Ma si tratta di una parziale verità, perché fumetti dedicati alla tenera età ne esistono molti; quale mezzo migliore allora se si vogliono coinvolgere i giovanissimi?
Lo sanno bene alla redazione di “Topolino”, dove più volte hanno dedicato spazio ai temi sociali. Il WWF nel suo primo anno di vita ad esempio teneva una rubrica sull’ambiente; una collaborazione che nel tempo è continuata in forme diverse (negli anni ’80 una copertina del settimanale fu dedicata al Panda, simbolo dell’associazione) fino ai giorni nostri.
Una delle iniziative più interessanti su Topolino fu quella del Telefono Azzurro. Era il 1990, l’associazione era nata da poco (1987) e aveva bisogno di fare conoscere il proprio servizio ai beneficiari: ovvero i bambini. Ecco pertanto uscire tre storie in cui i protagonisti, oltre ai personaggi della Disney, sono dei bambini che vengono aiutati proprio dal telefono azzurro.
In conclusione, quella tra fumetti e nonprofit può essere un’accoppiata più che vincente. E può dimostrare che che anche i fumetti a volte possono essere “cose serie”.