Professione Fundraiser

Valerio Melandri intervista il Guru del Marketing Seth Godin

Penso che sia un colpaccio. Riuscire a intervistare, di persona, Seth Godin, probabilmente l’autore di maggior successo al mondo sul marketing (molti lo hanno definito l’erede di Kotler) è davvero un grande onore che Seth Godin ha voluto farci. L’idea è stata di Francesco Santini, infaticabile collaboratore, e anche le domande sono state studiate da lui, insieme a me: onore al merito!

Seth Godin è un autore che leggo da tanti anni, ero ancora negli Stati Uniti quando iniziavano a girare le bozze e i primi articoli sul Permission Marketing, la vera e propria rivoluzione del marketing da push a pull. ed era ed è ancora veramente valido ed anche di facile e veloce lettura. Ho avuto occasione recentemente di parlare con Seth Godin e dal nostro colloquio è nata questa intervista. Per chi non conoscesse Seth Godin è uno dei migliori consulenti di marketing a livello internazionale ed autore di numerosi libri (fra cui La Mucca Viola, Contiene una fantastica sorpresa, Il ruggito della mucca viola). Ha attivo un blog dai contenuti molto interessanti e ha fondato il sito Squidoo che vi invito a visitare, è un’idea e una realtà molto interessante

VM : Ciao Seth, anni fa lessi il tuo primo libro “Permission Marketing”, di quel libro ricordo sempre quando parli del matrimonio fra azienda e clienti necessario per passare da un interruption marketing ad un permission marketing. Pensi che questo sia anche vero nel fund raising? Personalmente credo che ancora molte anp (aziende nonprofit) fanno interruption fund raising (basti pensare alle solite immagini lanciate sui mailing, sui siti e sulle tv di “bambini tristi”) invece che un sano permission fund raising.
Tu cosa ne pensi?

SG: Hai ragione. Le anp sono ancora alla ricerca degli strumenti e delle modalità corrette per raccogliere fondi. Alcune anp credono che siccome la loro causa è giusta allora per loro è corretto “spammare” le persone…con telefonate, e-mailing, lettere e richieste di fondi. Se c’è¨ un’area dove il permission marketing “paga” è proprio qui

VM: Perchè nel sito Squidoo hai deciso di devolvere parte delle royalties che ricavate dalle Squidoo Lenses alle anp? E’ una idea nata da uno spirito filantropico o tu credi veramente che le anp possono raccogliere fondi online?

SG: Il mio obiettivo è di raccogliere 100 milioni di dollari per le anp. Questo è il motivo per cui lo faccio, è l’obiettivo di ogni organizzazione. Voglio rendere facile alle persone diventare fund raiser (da notare come Squidoo dia la possibilità di costruirsi pagine su temi di interesse e, grazie al sistema Google Adsense, di ricavare fondi per le onp. ndr)

VM: Per’ ora, anche negli USA, il fundraising online è solo una piccola percentuale di tutta la raccolta fondi: tu pensi che nel futuro internet possa essere veramente uno strumento per raccogliere più fondi per le anp? E se si, perchè?

SG: Si ora come ora il fund raising online è solamente uno strumento ulteriore per raccogliere fondi che si sarebbero raccolti anche in altro modo. Lo strumento “internet” per funzionare ha necessita di essere differente. Essere online vuol dire avere un modo nuovo per diffondere le idee e non solamente per raccogliere fondi.

VM: In un altro tuo libro (Tutte le palle del marketing) tu sostieni come non è possibile raccontare bugie ai donatori. Nel nonprofit alcune volte capita di venire a conoscenza di anp che “non hanno detto la verità”, che vendono bene una storia ma che non è vera? Come possono le anp diventare capaci di un corretto marketing e dunque di un corretto fund raising?

SG: Le anp devono raccontare storie. Le persone non donano per i fatti, non donano alle statistiche…donano perchè gli viene raccontata una storia.
Le persone piangono per le ingiustizie del Darfur o per il terremoto del Pakistan: per altri eventi invece nessuno è riuscito a raccontare una storia o se ci si è riuscito, lo si è fatto troppo tardi. Per vivere le anp devono raccontare storie. Le storie però devono essere autentiche ed avvincenti e devono essere diffuse.

VM: Ultima domanda. Che cambiamenti vedi all’orizzonte per il marketing delle anp?

SG: Io credo che ci sarà una grande esplosione di piccole anp che utilizzano internet per fare raccolta fondi e per farsi conoscere. E’ dietro l’angolo.

Grazie Seth per questa bella intervista, le tue parole vanno dritte al segno. In Italia credo che siamo ancora indietro per quanto riguarda un vero sviluppo del fund raising via Internet. Personalmente ho cercato di anticipare i tempi parlandone già da vari anni nei miei libri e nei miei articoli ed inserendo un insegnamento sul fund raising via Internet nel Master in Fund Raising (di cui vi ricordo è aperto il bando per le iscrizioni).