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3 segreti per scrivere bene e raccogliere fondi

Tom Ahern, in una sua recente newsletter, sostiene che l’intelligenza artificiale è capace di scrivere testi per campagne di comunicazione, mailing, newsletter inerenti la raccolta fondi, molto meglio di quanto possano fare alcuni responsabili degli uffici raccolta fondi o membri dei consigli di amministrazione di un’organizzazione nonprofit.

Abbiamo già parlato d’intelligenza artificiale su Fundraising.it: è nostro interesse approfondire la tematica dello scrivere per il fundraising e del perchè si fa fatica a scrivere bene per il fundraising.

A volte, si ha l’impressione che molti degli appelli che vengono inviati via email o nelle buchette delle lettere siano frutto di un’operazione chirurgica, di un taglia e cuci, quasi glaciale nell’approccio, ed è mancante quella parte personale e passionale che è caratteristica imprescindibile nel settore nonprofit per comunicare efficacemente con il donatore.

Cosa sta succedendo dunque? Non siamo più capaci di scrivere? Perché fundraiser, anche motivati, non riescono a scrivere e pubblicare? Forse hanno persino scritto le parole, ma semplicemente incontrano una sorta di resistenza interna a renderle pubbliche.

Il termine “resistenza” nel campo letterario è stato coniato originariamente nel libro di Steven Pressfield, “The War of Art”. Descrive una forza mitica, potente e sinistra che impedisce agli scrittori di mettere costantemente le parole sullo schermo e di premere “pubblica” quando hanno finito con le parole.

La resistenza la si può descrivere con un’equazione, utile per spiegare concetti che a prima vista possono sembrare complessi. Quindi descriveremo la resistenza con un’equazione e proviamo ad analizzarle una per una.

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L'equazione della Resistenza

Paura di scrivere

La paura può essere vissuta come timore che il proprio lavoro possa essere respinto: abbiamo fundraiser che magari si “allenano” a scrivere ma piuttosto che permettere che sia letto e giudicato dai propri responsabili non ne rivelano mai il contenuto o, piuttosto, consegnano un lavoro “standard” che possa essere esente da critiche, senza “osare mai”. Spesso la conseguenza di questo modo di fare è che avremo in ufficio fundraiser che non solo sanno di avere perso l’opportunità, ma, cosa ancora più importante, sono  arrabbiati con se stessi.

L’altro timore è che il lavoro possa non essere perfetto e quindi si perde tempo a scrivere e riscrivere senza riuscire a pubblicare.
Ciò che ogni fundraiser può vivere nella sua carriera, rispetto alla difficoltà di scrivere, è estremamente comune. Infatti, la paura uccide più idee di qualsiasi altra cosa.

A volte non ci si rende conto che tutti sono troppo occupati a preoccuparsi del loro successo e fallimento che a nessuno importa se il tuo modo di scrivere è raffinato o grezzo, se hai fatto errori o imperfezioni.

Quella cima dove sarai capace di scrivere lettere, email, appelli che raccoglieranno sempre più fondi.

Arrendersi a causa della paura è la cosa peggiore che si possa fare. Si perde la possibilità di fallire e si perde la possibilità di avere successo.

Solo scrivendo e pubblicando diventerai un fundraiser con sempre più capacità e competenze di scrittura.

Hai bisogno della formazione, del feedback, delle cicatrici della battaglia con il foglio bianco per diventare un miglior fundraiser, per arrivare in cima

Quella cima dove sarai capace di scrivere lettere, email, appelli che raccoglieranno sempre più fondi.

Arrendersi a causa della paura è la cosa peggiore che si possa fare. Si perde la possibilità di fallire e si perde la possibilità di avere successo.

Distrazione

La distrazione è il secondo componente della resistenza. È diventata sempre più diffusa al giorno d’oggi. E colpisce da vicino.

Lo sappiamo benissimo che quando sei seduto alla scrivania e inizia a scrivere cominciano anche le difficoltà e inizi a sentire un certo dolore. Per far fronte a quel dolore, ti distrai con qualcos’altro: controlli le e-mail, navighi sul web, ascolti podcast, guardi ciò che la tua amica ha appena pubblicato su Instagram, il video di qualche youtuber, o l’ultimo episodio su Netflix.

Una breve pausa di 5 minuti diventa mezz’ora, poi un’ora. Poi guardi l’orologio e ti schiaffeggi per svegliarti (a volte lo fai letteralmente vero?) e ricominci a scrivere. Ma prima di mettere giù un’altra parola, senti il dolore che torna, il dolore di aver appena sprecato un’ora e il dolore che scrivere non è così emozionante come la distrazione in cui ti sei appena abbandonato.

Quindi qual è il modo migliore per evitare il dolore? Esatto, più distrazioni.

Questo vortice discendente spesso parte con una distrazione di cinque minuti e si trasforma in un intero pomeriggio sprecato

Il punto è che cercare di evitare le distrazioni è diventato infinitamente più difficile rispetto al passato: con l’avanzamento della tecnologia, il meccanismo per distrarsi è costantemente a portata di mano. Siamo sempre a un solo clic dalla prossima scarica di dopamina.

Ricompense sbagliate

Paura e distrazione insieme costituiscono i due componenti della resistenza, sono i due lati della stessa medaglia. Sono causati dallo stesso fattore: le ricompense sbagliate.

Le ricompense sbagliate significano che associ erroneamente la ricompensa, il beneficio e la felicità della scrittura a qualcosa di diverso dalla scrittura stessa.

Nel caso della paura, metti la ricompensa sui risultati di quel mailing, sul numero di lettori di quel posto, sulle condivisioni sui social, sulla pacca sulla spalla del tuo responsabile, sull’ammirazione, l’accettazione dei colleghi o delle colleghe.

Nel caso della distrazione, metti la ricompensa su altre attività che alleviano il dolore.
In entrambi i casi, poiché la ricompensa è qualcosa di diverso dallo scrivere, ti paralizzi, incapace di scrivere o pubblicare.

Anche quando il tuo cervello ti spinge a fare la cosa giusta, il tuo corpo fa qualsiasi cosa tranne che la cosa giusta. Le tue emozioni e la tua psicologia ti sabotano in ogni occasione, perché hai spostato le ricompense della scrittura

La vera ricompensa della scrittura dovrebbe essere solo due azioni: scrivere e pubblicare.

Sedersi davanti a un computer, lasciare che le parole volino e vedere il proprio schermo riempirsi di lettere e caratteri.

Creare storie, trovare analogie, spiegare idee complesse, tutto mentre affini le tue capacità per diventare un miglior scrittore e un miglior fundraiser.

Premere il pulsante “pubblica” per dare alla tua idea la possibilità di essere letta e vista dal mondo

Se riesci ad allineare la tua ricompensa con queste azioni, se impari ad amare e goderti la scrittura stessa invece dei risultati e delle attività distrattive, acquisirai la disciplina della scrittura.

Facendo questo, sarai in grado di sconfiggere la mitica resistenza e diventerai un miglior fundraiser.

Fare ciò non è facile, ma piuttosto semplice. Semplicemente, inizia a farlo.

(Fonte: Rejecton Therapy)