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BILANCIO SOCIALE: obbligo o opportunità?

Il bilancio sociale è un fertilizzante naturale al di là degli obblighi di legge, uno strumento decisivo che, se ben utilizzato, può rivelarsi prezioso anche e soprattutto in ottica di comunicazione.

In questo articolo

Che cos’è un bilancio sociale

È un documento che racconta i numeri aldilà del bilancio economico, capace di comunicare il valore non solo economico, ma anche sociale dell’organizzazione. Insomma, si tratta di uno strumento di comunicazione che, se redatto con criterio, risulta essere molto efficace.

Quali organizzazioni hanno l’obbligo di redigere un bilancio sociale?

Redigere un bilancio sociale non è sempre obbligatorio: le normative ci dicono che sono tenuti ad elaborare e presentare al Runts (registro unico nazionale del terzo settore) il proprio bilancio sociale gli enti con entrate superiori a 1 milione di euro oppure gli enti che gestiscono i csv.  Al netto di questi obblighi si riscontra però un interesse crescente per questa forma di rendicontazione nell’ambito del Terzo Settore: è sempre più frequente trovare organizzazioni nonprofit con volumi di attività inferiori al milione di euro che decidono di elaborare un bilancio sociale.

Capire le ragioni di questo interesse è piuttosto semplice: il bilancio sociale è uno degli strumenti più potenti a disposizione delle aziende per analizzare e comunicare la missione, gli obiettivi, le strategie, le risorse impiegate, le attività svolte, i risultati ottenuti e anche magari gli effetti generati.

Linee guida per la redazione del bilancio sociale

Il ministero del lavoro e delle politiche sociali – dopo l’approvazione della riforma – ha elaborato un documento per dare agli enti del Terzo Settore delle linee guida per la redazione del bilancio sociale. Questo documento, definito di soft law, fornisce indicazioni molto importanti con una serie di strumenti metodologici per facilitare la redazione del bilancio con l’obiettivo di uniformare in una veste comune i bilanci sociali del terzo settore.

Tra le indicazioni del ministero c’è una raccomandazione innovativa: l’invito è quello di guardare al bilancio sociale non solo nella sua dimensione finale di atto, di redazione e di deposito di questo documento, ma anche in una dimensione dinamica, come processo di crescita dell’ente attraverso il coinvolgimento di diversi attori e interlocutori. L’invito è a non guardare al bilancio sociale solo come un adempimento, come un obbligo, come un indice da riempire, ma a guardarlo anche come una grande opportunità di interlocuzione non solo esterna – quindi con gli stakeholder – ma anche interna, cioè verso tutti coloro che lavorano, operano o sono volontari dell’organizzazione.

Questa dimensione di ‘processo’ determina un approccio radicalmente diverso da quello che spesso si trova nel terzo settore: non c’è più il referente del bilancio sociale che si occupa di raccogliere i dati, organizzarli e stamparli in un documento di pura rendicontazione. Il bilancio sociale diventa certo uno strumento per avere dei numeri a portata di mano, ma questi stessi dati, questi numeri servono innanzitutto ad essere comunicati.

Il bilancio sociale può essere un’opportunità per il Terzo Settore?

Dentro il bilancio sociale ci sono le attività svolte in un anno e gli impatti sociali e ambientali generati: informazioni che hanno un grandissimo potenziale in ottica di comunicazione. 

Perché le attività rendicontate siano efficaci e comunicative, vanno – come prima cosa – definite le informazioni essenziali, in modo tale da creare una narrazione che sia semplificata ma anche coerente con la mission dell’organizzazione.

Comunicare il bilancio sociale significa comunicare ciò che è davvero importante, ciò che è significativo e che restituisce il senso di quello che facciamo.

A questo punto, il bilancio sociale diventa uno strumento di approfondimento ma diventa anche uno strumento di divulgazione da usare su molte piattaforme: può essere utilizzato nelle relazioni con la stampa, veicolato ad esempio con un comunicato ben fatto che invogli i giornalisti a parlare dell’organizzazione. Può essere riutilizzato anche sulle pagine social per raccontare con delle grafiche o delle infografiche l’essenza della nostra attività e dei nostri numeri. Può essere il punto di partenza per approfondire delle storie specifiche, utili a costruire delle nuove relazioni e fare networking sul territorio.

Insomma, il bilancio sociale è un fertilizzante naturale al di là degli obblighi di legge, uno strumento decisivo che, se ben utilizzato, può rivelarsi prezioso anche e soprattutto in ottica di comunicazione.

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