come scrivere una storia d'impatto articolo
Professione Fundraiser

Come scrivere storie di impatto per la tua newsletter

Come puoi imparare a scrivere in modo tale che i donatori comprendano l’urgenza della tua richiesta di fondi? Come organizzare una comunicazione che catturi l’attenzione del donatore? In questo breve articolo vogliamo svelarti alcuni piccoli trucchi per organizzare in modo efficace la tua narrazione verso i donatori.

Quando scrivi una storia devi sapere che deve avere un andamento: all’inizio spieghi il problema, poi passi al momento dell’azione ma senza svelare come andrà finire. Questa parte è il momento culminante (climax) dal quale si capirà se l’azione ha avuto successo o è stata un fallimento portando il problema ad una soluzione finale.
Come vedi dall’immagine successiva la curva si rapporta alla tensione crescente costante, fino al climax, propria della fase narrativa.

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Se proviamo a portare nel fundraising quanto fino ad ora descritto, dovremmo dividere a metà l’immagine che ti abbiamo appena presentato.
Dividendola a metà, esattamente poco dopo il momento del climax, otterrai un perfetto schema di come dovresti raccontare una storia ai tuoi donatori.
La storia che infatti dovresti raccontare nei tuoi appelli di raccolta fondi si deve fermare poco prima del momento della trasformazione: è quello il momento in cui provi a coinvolgere il donatore chiedendo una donazione, è quello il momento dove il tuo donatore può comprendere il valore della sua donazione in un’ottica di cambiamento nella vita dei beneficiari.

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Quando invece stai pensando a come scrivere una newsletter che racconta una storia di impatto devi prendere in esame l’intero schema che ti abbiamo presentato in quanto devi far vedere come e in che modo la tua organizzazione ha raggiunto l’obiettivo e ha cambiato quella situazione iniziale di oggettiva difficoltà

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Ecco qui sopra lo schema completo di cui ti stavamo parlando: per creare una storia per la tua newsletter, una storia che possa coinvolgere il donatore, devi sempre iniziare dal problema e far capire come questo impatta sulle persone. Devi dunque creare una sorta di tensione drammatica che permette al potenziale donatore di sentirsi coinvolto, di “sentire”, “toccare con mano” quello che tu stai scrivendo e di comprendere a fondo la problematica che stai sollevando.

Questa storia deve essere narrata, argomentata, spiegata, non può essere risolta in due righe dove citi meramente il problema: per dirla in altri termini, prima di chiedere una donazione ovvero di suggerire al potenziale donatore la soluzione al problema, devi “spaccare”, “intenerire” il cuore del donatore altrimenti questi non capirà la differenza che la sua donazione può fare nella vita dei beneficiari.

Quanto spazio dare alla parte drammatica e quanto a quella risolutiva?

La risposta è in questo schema:

  • il 50% delle parole vanno utilizzate per raccontare come nasce lo stato di bisogno, difficoltà, necessità (ovvero fino al climax);
  • il restante 50% serve invece per raccontare la fase di trasformazione, di cambiamento, di impatto che il donatore può aiutare a costruire (dal climax in avanti).
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Un esempio di storia di impatto

Se vuoi vedere un esempio di storia di impatto ecco qui un caso di studio molto utile. Noterai come l’organizzazione nonprofit ha suddiviso equamente la fase iniziale, di conoscenza, spiegazione del problema e quella finale, relativa alla soluzione e al successo.

Example Story Of Impact

​Ricordati che il donatore deve sentire l’impatto, deve capire che la sua generosità ha generato un cambiamento effettivo. In questo modo creerai un forte coinvolgimento tra il donatore e la tua causa. (Fonte)