Donazioni durante il Covid: “Perchè una persona dona?”
Mentre tutto attorno sta cambiando, mi sono chiesto: come cambierà il fundraising?
Purtroppo è difficile dirlo con precisione. Forse impossibile. Ma alcuni fatti di cronaca recente, tra cui la clamorosa raccolta fondi di Chiara Ferragni e Fedez, mi hanno spinto a fare alcune riflessioni.
Sono giorni particolari, in gli italiani, se lavorano, lo fanno principalmente da casa. Ci si sente in call e si fa di tutto per andare avanti con i propri progetti, un passo alla volta. Perché in questo momento guardare avanti è essenziale. Non bisogna fermarsi, nonostante le nostre giornate siano cambiate in pochissimo tempo.
Chi poteva immaginarselo? Il Covid-19 lascerà un segno sulle persone e sull’economia. È difficile fare previsioni, ma una cosa è certa. Dovremo ripensare molte altre cose, dovremo cambiare il nostro modo di pensare e di vivere.
Così, mi sono chiesto: come cambierà il fundraising? E da questa domanda ne sono nate altre.
Come cambieranno le donazioni durante e dopo il Covid? “Perchè una persona dona?”
Purtroppo è difficile dirlo con precisione. Forse impossibile.
Certamente, spiegare a un potenziale donatore le proprie attività e i propri progetti può spingerlo a donare. Ma non basta per rispondere alla domanda.
Altri potrebbero pensare che garantire che di spendere i soldi nel migliore dei modi, convincerà le persone a donare. Anche questo è importante, ma non è sufficiente.
Altri ancora ritengono che con affidabilità ed esperienza si possano convincere i donatori. È vero, quelle aiutano. Ma, ancora una volta, non bastano.
Come stanno cambiando le donazioni durante il Covid? Il caso di Chiara Ferragni e Fedez conferma che le risposte che ci siamo dati fino ad adesso, non sono sufficienti. I due hanno raccolto 4 milioni di euro in pochi giorni. E hanno stravolto tutte le certezze che avevamo fino ad ora: affidabilità, reputazione, esperienza non bastano più. I due infatti sono molto famosi, ma non sempre sono amati da tutti. Non hanno esperienza con il nonprofit e la raccolta fondi. Basata ricordare il loro matrimonio, in cui avevano organizzato una raccolta fondi che non era andata bene.
Dare una risposta precisa al successo della loro campagna è quindi impossibile. Ma sicuramente ci sono due fattori da considerare con attenzione.
Prima di tutto, sono riusciti a capire in che cosa “credono” i loro donatori. E lo hanno fatto in pochi giorni. Per citare il Perozzi (il protagonista del film Amici Miei):
Cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione.
In altre parole, quello che rende geniale un’idea è la sua velocità. E i Ferragnez hanno colto al volo la voglia di essere coinvolti di tantissimi italiani. E quindi di donare.
La famosa coppia ha colto e condiviso ciò di cui migliaia di persone avevano bisogno e che, per questo motivo, si sono identificate con loro e hanno donato.
Questo ci insegna che la domanda giusta da porsi, quando iniziamo un’azione di fundraising è: sono capace di cogliere quello in cui credono i miei donatori?
Non dimentichiamoci però che i Ferragnez, come detto, hanno una grande forza di immagine. Hanno milioni di followers e questo li rende un caso difficile da copiare. Qualcosa da imparare però c’è, ed è molto importante. Fare sempre attenzione a cercare il giusto pubblico e ad essere presenti attivamente nei posti in cui questo si trova. Per questo è necessario usare e capire Google e tutti gli altri strumenti web a disposizione. Sono loro a stabilire i flussi di traffico. E dove c’è flusso, c’è potenziale di donazione.