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Tecniche di Fundraising

Crowdfunding: note musicali per il tuo fundraising

“Cosa ne pensi se in quella campagna di fundraising ci mettiamo anche un po’ di crowdfunding?” Il termine è di moda tanto quanto la parola resilienza con il rischio che diventi a volte il prezzemolo da usare in qualche strategia di fundraising.

Vedrai invece in questo articolo, dove andremo alle origini del crowdfunding, che per farlo efficacemente bisogna avere in mente una strategia e aver già coltivato nel tempo una community di riferimento.

Per cui il crowdfunding non si improvvisa dall’oggi al domani ma lo si pensa e lo si integra in una strategia complessiva di fundraising.

Il primo crowdfunding nasce nel campo musicale

Il termine crowdfunding fu coniato nel 2006 dall’americano Michael Sullivan che fondò Fundavlog, una piattaforma che permetteva di donare istantaneamente somme di denaro ai videoblogger che vi inserivano le loro creazioni. Ma se andiamo a studiarne le reali origini storiche possiamo notare come si è diffuso sin dal 1700 in ambito musicale.

Ti avevo già spiegato in questo articolo come nell’ambito musicale e specialmente del genere metal è molto forte la componente di fidelizzazione. Noterai la stessa componente anche nei due esempi seguenti.

Se andiamo a curiosare nei libri di storia della musica non possiamo non notare che il ben famoso Mozart ad un certo punto della sua vita decise di lasciare il suo incarico presso la corte dell’arcivescovo di Salisburgo e scelse di lavorare come libero professionista: una scelta non scontata per l’epoca. Nel 1783 decise di scrivere a dei potenziali finanziatori chiedendo del denaro in cambio del manoscritto di un concerto che si accingeva a scrivere: nonostante la popolarità Mozart non riuscì a raggiungere il suo obiettivo ma non si perse d’animo e con il secondo appello riuscì a trovare ben 176 finanziatori che ricevettero da lui il manoscritto del concerto.
L’appello che Mozart aveva fatto ai finanziatori conteneva queste parole “Questi tre concerti, che possono essere eseguiti con l’intera orchestra, compresi gli strumenti a fiato, o solo a quattro, cioè con due violini, una viola e un violoncello, saranno disponibili all’inizio di aprile per quelli che vi si sono iscritti ( meravigliosamente trascritti e supervisionati dal compositore in persona)”. Non è un crowdfunding questo? Certo che si! E venne dalla mente geniale di Mozart!

Negli anni novanta viene data vita a quello che si può definire il primo vero progetto di crowdfunding. Fu quello di un band anglosassone, i Marillion. Si narra infatti che nel 1997, non potendo sostenere le spese per il tour in Nord America, si rivolsero ai fan avviando una raccolta fondi online che raccolse ben 60.000 dollari. Stesso meccanismo fu usato dalla band nel 2001 per registrare un nuovo album: inviarono infatti una email a circa 6.000 fan chiedendo di finanziare il disco un anno prima dell’uscita. La campagna gli fruttò ben 12.000 preordini e grazie al denaro raccolto incisero e distribuirono il nuovo album.

Arrivando ad anni più recenti come non ricordare la campagna che fece Barack Obama sul suo sito durante la sua prima campagna presidenziale. Una campagna dove raccolse 750 milioni di dollari di cui 600 milioni provenivano da 3 milioni di donatori con una media di 200 dollari a donazione per donatore. Questo ci ricorda come il crowdfunding non sia un fenomeno passeggero, ma ben radicato nella storia e anche nella realtà concreta, effettiva del fundraising.

La strategia per un buon crowdfunding

Ci sono cinque consigli che mi sento di darti relativamente al crowdfunding:

  1. Avere un obiettivo: prima di tutto va tenuto conto che le donazioni online sono uno strumento che sempre più viene usato specialmente nella fascia più giovane della popolazione. In tal senso, avendo chiara la community di riferimento (vedi il punto seguente), devi fissare un obiettivo realistico di raccolta fondi. Il crowdfunding infatti può essere non l’unico tassello grazie al quale fare fundraising ma uno degli strumenti a disposizione del fundraiser per completare una raccolta di fondi da più canali e sostenitori. Sai bene di non avere la community dei Ferragnez come riferimento ma magari alcuni genitori un po’ distratti a cui presentare una campagna di crowdfunding per la scuola dei loro figli..in base a questo setta un obiettivo realistico di fondi da raccogliere.
  2. Avere una community di riferimento: lo spiega bene Valeria Vitali in una intervista di qualche anno fa pubblicata sul blog di Riccardo Friede, Valeria pone queste domande “Chi sono le persone già sensibili a quello che abbiamo da proporre? Dove si trovano? Che temi gli stanno a cuore? Sono queste le persone giuste da coinvolgere, sono loro che diventeranno i supporter della campagna, sia donando, che promuovendola, che raccogliendo fondi a loro volta…”. E’ infatti importante, prima di fare una campagna di crowdfunding, avere ben chiara quale sia la propria community offline e online ovvero su chi può farvi da megafono per chiedere nuove donazioni.
  3. La durata: la campagna deve avere un inizio e una fine ma anche avere una durata non eccessiva in quanto il crowdfunding si basa molto sulla comunicazione online / digitale e anche su quella offline (passaparola) e – a meno di non avere risorse e personale di comunicazione cospicue – va considerato di fatto un breve periodo di durata, esempio tre mesi.
  4. Pianifica la comunicazione: il crowdfunding – come il fundraising – si attiva tramite sollecitazioni online (emailing e social) e offline (eventi) in cui si possono raccogliere fondi a favore del progetto.
  5. Scegliere la piattaforma giusta: ci sono alcuni aspetti che vanno considerati ovvero i costi, il supporto tecnico e creativo e se vengono forniti i contatti dei donatori. Non ti fornisco qui i singoli siti a cui puoi rivolgerti ma ti invito a visionare i vari portali presenti in rete e verificare attentamente i punti che ti ho elencato precedentemente.

Conclusione

Fare crowdfunding nasce dal voler stimolare e allargare la propria base di donatori, nasce non da una scelta improvvisata o “di tendenza” ma dall’essere certi e sicuri della propria buona causa.

Nasce da una strategia di fundraising e comunicazione già sperimentata nel tempo, non nasce da una pianificazione dell’ultimo minuto.