Ogni giorno nascono nuove raccolte fondi per l’emergenza Ucraina.
Hai paura che il tuo piano di raccolta fondi per il 2022 non raggiunga gli obiettivi previsti vero?
Non devi preoccuparti, non puoi farti prenderti dall’ansia. Devi prima di tutto far “star bene” il tuo donatore, devi porlo “in controllo” della situazione e non devi deviare dagli obiettivi che ti eri prefissato per la tua raccolta fondi.
In questo articolo ti spiegherò passo passo perché con la crisi ucraina la tua raccolta fondi non è finita, anzi può solamente migliorare.
Cosa trovi in questo articolo:
Stare bene..donando
Sono certo che anche tu vorresti che la sofferenza che vedi in televisione e tramite i social svanisse: ne sono certo perchè so che tutte le persone non vogliono soffrire, nessuno vuole sentirsi male, a disagio, stressato, nè sentirsi inerme davanti a tante immagini di dolore.
Penserai che sarà ancora più difficile fare raccolta fondi perchè le organizzazioni nonprofit avranno un compito ulteriore: far nascere speranza e leggerezza laddove ora c’è guerra, ansia e impossibilità di capire come sarà il futuro.
Tutti abbiamo visto la forte reazione emotiva alla guerra in atto in Ucraina, ci sono state donazioni di beni materiali, persone che hanno aperto la loro case ai rifugiati ucraini. Ora però è venuto per te il momento di pensare a come continuare a fare fundraising.
Se ti occupi di rifugiati o se la tua organizzazione ha una mission fortemente correlata alla crisi ucraina allora questo articolo non fa per te, se invece pensi che la tua organizzazione possa avere delle ripercussioni economiche – intese come calo delle donazioni – a causa della guerra allora ti invito a continuare nella lettura.
Prima di tutto ricordati che le persone donano perché l’atto di donare gli permette di dare un senso di equilibrio / controllo alla situazione economica-sociale in continua evoluzione: l’atto di donare ci aiuta psicologicamente ad affrontare lo stress causato dal ricevere quotidianamente immagini di guerra, morte, sofferenza.
Donare = Stare bene (- ansia – stress + sicurezza)
Anche questi due anni di pandemia ci hanno insegnato che solo insieme possiamo uscire da un periodo difficile: siamo dunque chiaramente più disposti ad aiutare e così – devi pensare – lo sono anche i tuoi donatori.
Io non mi occupo di rifugiati, la mia raccolta fondi calerà?
Prendiamo il caso dello Tsunami: siamo nel 2014 e con lo Tsunami molte organizzazioni temettero di vedere un calo della propria raccolta fondi.
L’Institute of Fundraising evidenziò, tramite un sondaggio online, che il 40% delle organizzazioni nonprofit inglesi notò un cambiamento nei propri ricavi dalle raccolte fondi, e di questo 40%, il 21,2% vide un decremento della raccolta fondi (-30% in media), mentre il 18,4% vide un aumento dei fondi raccolti (+40% in media). Negli anni successivi le donazioni al nonprofit in Inghilterra passarono dai 8,2 miliardi di sterline nel 2004-5 ai 10,6 miliardi nel 2007-8.
Alla fine del 2005 una ricerca della Charities Aid Foundation verificò che le donazioni attivate per lo Tsunami erano per l’80% nuove donazioni mentre il 20% erano donazioni che i donatori avevano “tolto” ad una causa precedentemente sostenuta per redirigerle a supporto dello Tsunami.
La paura di un calo perdurante delle donazioni dunque non deve attanagliare il tuo lavoro quotidiano di fundraiser.
Non ci occupiamo di Ucraina, come possiamo dire ai nostri donatori che siamo qui e abbiamo bisogno di donazioni?
Ricordati che oggi il donatore ha queste priorità:
- Vuole capire dove c’è maggiore necessità di aiuto.
- Sta cercando una causa che sia rilevante prima di tutto per soddisfare sé stessi [ricordati quanto ti ho scritto prima Donare = Stare bene (- ansia – stress + sicurezza)]
- Vuole capire se l’ente non profit ha realmente bisogno del contributo.
Compresi questi 3 punti fondamentali, ci sono due errori che puoi fare in questo momento:
- Smettere di parlare / comunicare ai tuoi donatori
- Fare finta che quello che succede in Ucraina non esista e tirare dritto con tutto il tuo piano comunicazione-marketing-fundraising che avevi pianificato fin dal 2021
Per prima cosa devi far sapere ai tuoi donatori che la tua organizzazione ha a cuore quello che sta succedendo in Ucraina: ma come fare perché se la tua organizzazione non si occupa direttamente di tematiche legate alla crisi umanitaria in Ucraina?
Ripeto perché forse non sono stato chiaro: devi mostrare interesse, devi mostrare che hai a cuore quello che sta succedendo. Non devi inventarti progetti o programmi che sono fuori dalla tua mission e dalla tua esperienza sul campo.
Ti porto due esempi così potrai capire meglio:
- Spazi e tempo per raccolte fondi di altri: L’orchestra filarmonica della Scala ha organizzato una prova aperta straordinaria dell’ Ottava Sinfonia di Anton Bruckner dove l’incasso dei biglietti venduti è stato devoluto ad un ente nonprofit che si occupa di aiutare i rifugiati ucraini.
- Scrivi che ci tieni e fornisci consigli utili: Il San Francesco Ballet ha pubblicato su Instagram un post in cui pubblica informazioni utili per quei danzatori professionisti che si trovassero in Ucraina e avessero necessità di aiuto.
Cosa hanno ottenuto questi enti a livello di comunicazione verso i loro donatori?
- Si interessano alla causa “Ucraina”: mostrano che “non se ne fregano”, mostrano vicinanza
- Creano un collegamento tra la propria mission e quanto sta accadendo in Ucraina ovvero ti faccio capire come la filantropia e la raccolta fondi sono mondi che non sono confinati nei settori di intervento delle singole organizzazioni nonprofit. Se non ti occupi dei rifugiati non è detto che non puoi far capire alle persone come la comunità del fundraising oltrepassa i confini dei settori in cui opereano gli enti nonprofit.
Cosa rischi se non ti interessi dell’Ucraina?
Il rischio lo descrisse bene 4 anni fa Seth Godin in un post del suo blog.
“Le persone non vogliono solamente vedere risolti i loro problemi, quello che le persone realmente desiderano è di essere “viste”, ascoltate, che ci sia qualcuno che si interessi di loro”
“Se non hai cura delle persone, se non dimostri empatia, se crei muri rischi di isolarti, di non mostrare il tuo lato umano. Se non ti preoccupi per l’altro (perché magari non è un tuo problema direttamente e ne vuoi uscire “pulito”) finirai nel fango perchè la tua reputazione non avrà più il beneficio del dubbio da scontare”.
“Dovresti utilizzare i momenti difficili per connetterti con le persone, per costruire il passaparola”
“Dovresti domandarti cosa hai fatto quando avevi l’occasione di parlare con le persone e interessarsi a loro?”
Questo è il momento di interessarti veramente dei tuoi donatori
Preparati al futuro: questo devi fare
Non ti dico che il futuro sarà facile per il lavoro del fundraiser, forse quasi tutti i settori economici saranno toccati dalla crisi economica ma non dobbiamo farci demoralizzare.
Ecco per te alcuni consigli per pianificare il futuro della tua raccolta fondi:
- Guarda nel tuo database: devi avere un occhio attento a chi sta continuando a donare e capire come differenti gruppi di donatori rispondono agli appelli. Di solito chi è donatore da più tempo ed è già un middle donors non lascia l’organizzazione anzi è disposti anche a supportarla nuovamente. Devi assicurarti che queste persone siano aggiornate sui tuoi programmi e sulle opportunità che gli puoi offrire.
- Spiega perchè devono supportarti: un errore in cui non devi cadere, preso dall’ansia della situazione e dall’urgenza di trovare nuovi fondi, è di automatizzare troppo il processo di donazione. In questi momenti il calore umano di un contatto telefonico o di una vera lettera sono strumenti insostituibili per un fundraiser. Ed è in questi momenti che devi riconoscere al donatore quanto ha già fatto per l’organizzazione, dimostrare l’importanza del supporto e spiegare cosa possono fare per risolvere la problematica che gli presenti.
- Dai il controllo ai tuoi donatori: te l’ho già detto all’inizio di questo articolo che il tuo donatore in questo momento ha bisogno di poter controllare la situazione, devi renderlo “il re” della tua organizzazione perchè è questo che potrà generare in lui la serenità che nasce da una donazione. Non devi inventarti nulla di nuovo, resta concentrato sulla tua missione e spiegagli perché è rilevante il suo aiuto per i beneficiari dei tuoi interventi. In questo modo gli darai il “controllo” della situazione, gli farai capire che la sua donazione provoca effettivamente un cambiamento.
Raccogliere fondi durante un’emergenza? Ne parliamo al Festival del Fundraising
Se vuoi approfondire questo argomento devi sapere che alla prossima edizione del Festival del Fundraising ci sarà una sessione dedicata al fundraising durante le emergenze.
E devi sapere che la relatrice che terrà la sessione non è una fundraiser qualunque. L’anno scorso ha vinto il premio come miglior fundraiser dell’anno per aver fatto spiccare il volo alla raccolta fondi della sua organizzazione.
Sto parlando di Giancarla Pancione, Direttrice Marketing & Fundraising di Save the Children Italia.
Una fundraiser esperta che da più di 14 anni insegna “fundraising” in diverse università e svariati corsi postlaurea, compreso il Master Universitario in Fundraising.
La sue sessione si intitola:
“Come trasformare una crisi in un’opportunità
di raccolta fondi che vale 8 milioni di euro“
Come ha fatto Save the Children, in (solo) poco più di un mese, a raccogliere 6 milioni di euro per l’emergenza Ucraina?
Io andrò ad ascoltare Giancarla al Festival, e tu? Ci sarai?
Qui trovi il programma completo con tutte le sessioni del Festival👇
Sfoglia il programma
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Ti lascio qualche altro articolo, curioso e particolare, da leggere nei momenti in cui sei alla ricerca di nuove idee:
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